L'articolo di riferimento di oggi proviene da una fonte diversa rispetto al solito; si tratta di ZERO PARTY DATA, una newsletter dedicata al raccoglimento di notizie dal mondo della protezione dei dati, redatta da Jorge García Herrero e Darío López Rincón. Il testo che vi proponiamo si presenta come una semplificata, seppur accurata, spiegazione del "localhost tracking", un controverso piano messo in atto da Meta.
Al giorno d'oggi, è diventato piuttosto normale imbattersi su social media in qualche argomento, persona o contenuto precedentemente cercato su internet, che si tratti di un sito di e-commerce che pubblicizza i propri capi o un videogioco in procinto di uscire; tuttavia, analizzando la questione più profondamente, è possibile rendersi conto che la connessione tra i due ambienti online non sarebbe dovuta mai avvenire, non avendo utilizzato lo stesso account.
L'ingegnoso piano di Meta menzionato sopra riguarda precisamente questo genere di avvenimenti, andando, però, a violare le norme sulla privacy presenti all'interno di svariate regolamentazioni, come GDPR, DSA e DMA. Il processo di funzionamento del localhost tracking è affascinante, tuttavia alquanto terrificante, e potete trovarlo descritto per filo e per segno all'interno della newsletter qui presentatavi.