'Voglio renderti immortale': come una donna ha affrontato il suo molestatore ossessionato dai deepfakes.

  • 2025-04-16 08:00:00
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In passato abbiamo avuto modo di vedere più e più volte le conseguenze dell'utilizzo improprio dell'intelligenza artificiale. La pratica dei deepfakes sembra essersi stabilita come una delle attività predilette da orde di malintenzionati, in quanto la tecnologia attuale ha reso il processo alquanto semplice, ottenendo quindi risultati "credibili" in tempi brevi.

Tristemente, coloro che lavorano nel mondo dell'intrattenimento, come attori, cantanti e figure pubbliche, sono presto diventate le vittime perfette per questo genere di crimini. L'ingente quantità di contenuti visuali contenenti il loro viso e il loro aspetto fisico rende la creazione di deepfakes ancora più semplice. Non serve essere eccessivamente conosciuti per rischiare di catturare le attenzioni sbagliate, in quanto i pervertiti interessati a produrre questo genere di contenuti illeciti sono purtroppo particolarmente resilienti.

È il caso di Joanne Chew, un'attrice di San Francisco che, dopo aver cercato il proprio nome online, si è imbattuta in un preoccupante numero (crescente) di contenuti pornografici deepfake, raffiguranti il proprio viso. L'articolo di riferimento di oggi racconta la sua storia - attenzione, contiene riferimenti ad autolesionismo e al suicidio.