Nel 2022, l'attivista per i diritti umani Tanya O'Carroll avviò una causa contro una delle aziende leader del settore tech, Meta. Secondo quanto riportato nella denuncia, la compagnia aveva rifiutato le richieste della donna di interrompere la raccolta e l'elaborazione dei suoi dati su Facebook, comportamento che andava contro le leggi britanniche sulla gestione dei dati personali.
L'accusa venne direttamente sostenuta dall'organo di controllo dei dati del Regno Unito, posizione che influenzò considerevolmente la copertura e l'impatto del caso in questione. L'esperienza di O'Carroll non fu mai una questione esclusivamente individuale: il diritto di opporsi all'utilizzo dei propri dati per scopi di marketing è sempre fondamentale e deve essere rispettato.
La causa si è risolta verso la fine di Marzo 2025, con la vittoria di O'Carroll e la promessa, da parte di Meta, di non utilizzare più i suoi dati personali per indirizzarle pubblicità su misura. Inoltre, l'information commissioner's office (ICO) ha proposto di introdurre un'opzione di "opt-out", per permettere agli utenti di decidere direttamente il destino dei propri dati.