Cellebrite ha sbloccato il telefono di questo giornalista. I poliziotti lo hanno poi infettato con un malware.

  • 2025-01-16 08:00:00
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Al giorno d'oggi qualsiasi dispositivo elettronico è potenzialmente soggetto a manomissioni "invisibili". Secondo quanto riportato nell'articolo di riferimento di oggi, le forze dell'ordine in Serbia hanno ripetutamente sbloccato diversi cellulari per poi infettarli con un malware. Un nuovo rapporto di Amnesty International, un'organizzazione per i diritti umani, i cellulari coinvolti appartengono principalmente ad attivisti e ad un giornalista.

Per poter sbloccare i dispositivi, le autorità utilizzano dei tool specifici della compagnia tech Cellebrite, specializzata in strumenti volti ad "accelerare la giustizia": raccogliere, esaminare, analizzare e gestire i dati digitali presenti all'interno di supporti fisici, come telefoni cellulari sequestrati durante la indagini. Tuttavia, i recenti sviluppi dimostrano come stiano utilizzando i prodotti Cellebrite per installare tecnologie di sorveglianza attiva all'interno di questi dispositivi, i malware menzionati in precedenza.

La raccolta di queste informazioni da parte della polizia serba è, a tutti gli effetti, una violazione della privacy, nonché un atto illegale.