Lo sconcertante impatto ecologico della computazione e del cloud.

  • 2024-03-13 08:00:00
  • the MIT Press Reader

Al giorno d'oggi siamo così abituati a pensare al "Cloud" come ad un generale luogo virtuale volto a contenere tutti i nostri dati, che pensare alla sua presenza fisica e tangibile sembra impossibile. Eppure è così: il Cloud non è una nuvola al di fuori della nostra portata, il Cloud si trova nell'ennesima stanza ricolma di tecnologia che pulsa, che si surriscalda, che si aggroviglia.

Ciò necessario per la conservazione delle miriadi di dati di ogni singolo umano presente su questa terra è molto più di un semplice account virtuale, che trova dimora esclusivamente negli angoli di Internet. Si è raggiunto un punto in cui un singolo centro dati può consumare l'elettricità equivalente a 50.000 abitazioni, la sua impronta di carbonio è superiore a quella dell'industria aerea.

I centri dati volti alla conservazione di questi dati sono costantemente monitorati sotto ogni punto di vista: il minimo cambiamento in temperatura potrebbe risultare in una catastrofe, senza menzionare le intemperie e l'eventuale errore umano.