Le "fidanzate AI" sono un incubo per la privacy.

  • 2024-02-22 08:00:00
  • Wired

Il periodo di San Valentino può essere particolarmente pesante per coloro che soffrono la mancanza di una dolce metà, ma questo non significa che dedicare le proprie energie emotive ad un partner AI sia un'opzione valida. I chatbot controllati dall'intelligenza artificiale si sono dimostrati piuttosto nocivi più e più volte in passato - la situazione, nel frattempo, non è migliorata.

Oltre a creare confusione nella mente degli utenti, questi servizi vengono utilizzati come copertura per la raccolta di informazioni e dati privati di quest'ultimi. Questo genere di applicazioni segue spesso una struttura precisa: permettono all'utente di iscriversi con password particolarmente deboli, attirando la sua attenzione grazie ad immagini artificialmente generate rappresentanti donne piuttosto sessualizzate, accompagnate poi da frasi provocanti.

Queste frasi, per quanto possano sembrare volte unicamente all'invogliare l'utente ad interagire, nascondono più del previsto. Spesso, questi avatar perfetti chiedono all'interlocutore di inviare più foto di se stesso e messaggi vocali, spingendolo a raccontare i propri desideri e sogni. Al di fuori del contesto apparentemente romantico, il sistema può così raccogliere immagini, campioni sonori e informazioni personali riguardanti l'utente.