A seguito di un esteso dibattito che vede come protagonisti i due artisti digitali Kris Kashtanova e Brian Penny è sorta una questione fin'ora relegata dietro le quinte di qualsiasi disquisizione. Entrambi i soggetti sono esponenti del panorama dedicato all'arte generativa; incontratisi online, hanno avuto modo di collaborare con Adobe tramite la creazione di contenuti visivi destinati ad entrare a far parte dello stock della compagnia, ma il loro rapporto si è sgretolato ben presto. Come conseguenza di alcune discrepanze, solo Kashtanova ha stabilito un rapporto professionale con Adobe, causando così un'accesa risposta da parte di Penny.
La situazione si è resa universale nel momento in cui la discussione venne pubblicata in rete, suscitando quindi un forte dubbio nel panorama artistico generativo: Come si gestisce il copyright per gli artisti che utilizzano servizi di AI come strumenti per il proprio lavoro?
La legge non va di pari passo con lo sviluppo dell'arte, portando così ad una serie di problemi non ancora risolvibili. Fino ad ora, l'approvazione del Copyright si è sempre basata su una nozione fondamentale: l'opera in questione deve essere stata prodotta da un umano. Ma come si posiziona questa dichiarazione quando tra l'umano e l'opera risiede una macchina?