Nuova forma di attacco ai contenuti digitali: violazione del copyright

Photo by Clint Patterson on Unsplash

Lo abbiamo chiamato (non per primi) “copyright infringement attack”. Ecco come funziona.

Come segnalare una violazione del proprio diritto d’autore

Grosso modo tutte le piattaforme di contenuti più importanti (Facebook & amici, Twitter, Google, ecc) hanno una pagina dedicata alla segnalazione di violazioni della proprietà intellettuale. Queste violazioni comprendono l’utilizzo non autorizzato o improprio di materiale protetto da diritto d’autore (filmati, musica, immagini, ecc.) o l’utilizzo di marchi non autorizzati precedentemente.

Per fare una segnalazione su YouTube, per esempio, è sufficiente andare sulla pagina predisposta e compilare un modulo con i propri dati oppure quelli di chi detiene i diritti del lavoro che stiamo segnalando.

Normalmente i contenuti vengono sospesi oppure eliminati a seconda della gravità della segnalazione fatta, ma abbiamo osservato che alla terza segnalazione di violazione, da parte di “persone” differenti, il contenuto viene sospeso da quasi tutte le piattaforme (abbiamo vissuto casi su YouTube, Instagram, Facebook e Twitter).

Abbiamo visto anche casi in cui la violazione del diritto d’autore veniva applicata anche nel caso in cui fosse l’autore stesso a pubblicare sul proprio canale il proprio contenuto!

Il Copyright Infringement Attack

Il fenomeno osservato (una decina di casi in un mese su profili che seguiamo) si sviluppa così:

  1. vengono fatte due segnalazioni di violazione del copyright con due account differenti
  2. arriva una segnalazione, via DM o via e-mail, che grosso modo dice “hai 24 ore di tempo per fare un pagamento di xxx, oppure invieremo la terza segnalazione”
  3. se non si paga il ricatto, viene fatta la terza segnalazione e il contenuto viene sospeso o rimosso

Come dicevo prima, questo fenomeno lo abbiamo osservato su diversi portali, e in alcuni casi abbiamo anche parlato con i diretti interessati. In ogni circostanza, abbiamo avuto modo di vedere che si trattava di profili con un buon numero di follower (tutti ben sopra i cinque mila) e un buon riscontro organico alle proprie attività di pubblicazione.

In diversi casi abbiamo anche assistito a rimozione di decine di post o interi account, senza nemmeno avere la risposta o la possibilità di opporsi alla segnalazione, il che apre una questione che esula da questo post.

Con l’avvento delle nuove regolamentazioni in UE in materia di diritto d’autore (in tutte le sue avversità e problemi – nda) questo tipo di operazioni potrebbe diventare più frequente, così come già accade con altre forme di attacchi di cosiddette “manovre sociali” (utili all’estorsione di credenziali di accesso per esempio).

L’altro problema di piattaforme così grandi risiede nel fatto che la verifica dell’identità degli iscritti non rappresenta una priorità, il che consente di avere decine (a volte anche centinaia o migliaia) di account fake attraverso cui poter fare segnalazioni.

Quanto vale il contenuto che viene pubblicato su siti Internet o social media?

Domanda che, parafrasando in questo contesto, diventa: quanto impatto ha il fatto che il contenuto venga rimosso con questo tipo di operazione?

Come proteggersi?

Premettiamo subito che, in caso di segnalazioni di violazione del diritto d’autore, il gestore del servizio generalmente sospende immediatamente la visualizzazione del contenuto per ridurre il rischio di assumersi la responsabilità legale della sua diffusione (oggetto dell’articolo 17 della Direttiva UE sul Copyright). Questo comporta che forme di attacco come quella descritta, possa diventare una leva facile da utilizzare in Europa.

Nel fortunato caso in cui il gestore decida di segnalare la violazione, è possibile opporsi. In questo caso è sufficiente avere una documentazione sufficiente per dimostrare di avere i diritti per poter utilizzare il contenuto in questione.

Nei casi più semplici, è sufficiente dimostrare (presentando una documentazione sufficiente) di essere i titolari dei diritti, oppure di avere i permessi di riproduzione di un contenuto. Un esempio di quest’ultimo caso è l’utilizzo di contenuti protetti da licenze Creative Commons, nel quale è sufficiente è sufficiente attribuire il lavoro all’autore originale e riportare la fonte da cui è stato prelevato il lavoro. L’utilizzo della licenza generata dalla Piattaforma Rights Chain si è rivelata essere accettata da alcune delle piattaforme on-line come documentazione, nei casi in cui questo si sia rivelato necessario.

In casi più complessi, in cui la documentazione potrebbe essere più difficile da raccogliere, è suggerito richiedere un supporto legale da parte di un professionista o uno studio specializzato nella gestione della proprietà intellettuale o diritto d’autore.

La regola generale per pubblicare contenuti on-line e ridurre al minimo il rischio di cadere in tranelli o problemi legati alla violazione di copyright o proprietà intellettuale.

Rights Chain RMS

Recentemente Rights Chain ha introdotto rcRMS (Rights Management System), un servizio rivolto al mondo Business e complementare alla piattaforma per Artisti. Grazie a rcRMS è possibile gestire e tracciare lo scambio di diritti ed autorizzazioni direttamente tra Autori e attività professionali che utilizzano contenuti come fotografie, illustrazioni, fumetti o sketchnote. Il sistema tiene traccia dell’attribuzione del lavoro all’autore o autrice originali (così come avviene già nella piattaforma per Artisti), delle modalità (ovvero il contratto) con cui vengono ceduti i diritti e ne genera la documentazione necessaria per casi come quello descritto.

A proposito dell'Autore o Autrice

Sebastian Zdrojewski

Sebastian Zdrojewski

Founder, (He/Him)

Ha lavorato per 25 anni nel settore IT affrontando problemi di sicurezza informatica, privacy e protezione dei dati per le aziende. Nel 2017 fonda Rights Chain, un progetto che mira a fornire risorse e strumenti per il copyright e la protezione della proprietà intellettuale per i creatori di contenuti, gli artisti e le imprese.