Udine Comics & Games - Locandina generata artificialmente?

Nelle giornate di Sabato 10/02 e Domenica 11/02 si terrà il tanto vociferato “Udine Comics & Games”: 'l’evento è organizzato dal celebre circuito “Fiere del Fumetto”, conosciuto per gli omonimi eventi tenuti annualmente a Milano, Cerea, Vicenza e Forlì.

La fiera in questione ha raggiunto una tale fama da diventare protagonista di un articolo del “Messaggero Veneto”, il quotidiano regionale più venduto nel Friuli-Venezia Giulia. La descrizione presentata dal testo menzionato dipinge un quadro piuttosto misero della situazione reale, riducendo la vicenda ad un’insignificante “litigio” tra la community di cosplayer e artisti, che dovrebbe essere stata presumibilmente individuata come principale target dell’evento, e gli ospiti invitati, di natura oggettivamente discutibile. Di sicuro, la presenza del porno attore Rocco Siffredi ad una Fiera del Fumetto suonerebbe fuori luogo a chiunque. Comprensibilmente, la stesura dell’articolo deve essere stata gestita da un autore non facente parte dell’ambiente soggetto dello stesso, in quanto il tono percepito attraverso la scrittura ricorda vagamente l’intonazione utilizzata dai genitori quando raccontano degli screzi che i figli hanno vissuto con i propri amichetti. Se, al contrario, si andasse ad analizzare il volume d'affari che le fiere di questo genere sviluppano, praticamente ogni weekend, forse si avrebbe una visione differente dei fatti. L’altissima frequenza di eventi simili denota già quanto siano economicamente remunerativi, tanto per gli espositori quanto per gli organizzatori.

 

Ma, esattamente, perché l”Udine Comics & Games” sta facendo parlare così tanto di sé? Qual’è l’elemento che ha scatenato questa battaglia?

Come si evince dall’introduzione all’articolo, l’intelligenza artificiale è, ancora una volta, la protagonista di controversie legate al mondo dell’arte. In questo caso, la locandina dell’evento ricopre il ruolo principale della vicenda: l’immagine ritrae una ragazza cyborg dai lunghi capelli castani, circondata da farfalle e retro-illuminata da una delicata luce ambientale. A prima vista può essere complesso individuare gli elementi incriminanti della raffigurazione, com’è sovente accadere in situazioni simili, ma con un minimo di attenzione in più è possibile comprendere le sfumature della vicenda. L’immagine riporta infatti i tipici segni distintivi dei contenuti generati tramite software AI: occhi vitrei e senz’anima, mani poco delineate e una generale patina desaturata sopra l’intera raffigurazione. Da quanto è stato condiviso, l’immagine per la locandina era stata originariamente commissionata ad una donna di nome Giusi Demetra Panico, i cui profili social sono particolarmente ricchi di contenuti generati artificialmente, purtroppo presentati come disegnati e realizzati personalmente dalla persona in questione. In modo da poter convincere il popolo di internet che le opere fossero state disegnate manualmente, la donna posizionava un disegno generato artificialmente sul proprio tablet, filmandosi mentre aggiungeva degli “ultimi dettagli” alla composizione dell’immagine: qualche capello qua, una piccola ombra là, cose del genere.

 

La locandina venne mostrata ancora durante le prime settimane di Gennaio, scatenando comprensibilmente un certo malcontento tra gli spettatori della vicenda. Inoltre, la sedicente artista Giusi Demetra Panico colse l’occasione e annunciò nel post la sua presenza in fiera appositamente per firmare cento copie della locandina, presso lo stand di Dada Editore, presunto committente dell’immagine attualmente sotto accusa.

Come si evince dallo stato attuale delle cose, la situazione non si sviluppò in maniera particolarmente positiva: la donna, non volendo mostrare i propri metodi creativi e ammettere la presupposta truffa, divenne comprensibilmente il bersaglio del malcontento di tutti coloro sentitisi presi in giro dalla decisione della fiera. Come spesso accade su Internet, le parole rivolte a Giusi Demetra Panico non furono particolarmente clementi, e per “proteggersi” da queste indesiderate attenzioni la donna presentò una sorta di breve campagna contro il cyberbullismo. Con questo, non si vuole giustificare la persona in questione in alcun modo, in quanto il suo comportamento sconsiderato ha rimarcato, per l’ennesima volta, le gravi conseguenze portate dall’utilizzo improprio dell’intelligenza artificiale in ambito artistico; ciononostante, è fondamentale sottolineare che l’ambiente dei social network non è una simulazione, ciò che viene scritto sotto ad un post, o nei messaggi privati, raggiunge effettivamente una persona in carne ed ossa.

 

Detto ciò, la tendenza delle fiere italiane ad utilizzare contenuti generati da AI nella creazione delle proprie locandine sembra peggiorare di giorno in giorno. La prima a fare scalpore fu il Lago di Comics durante Giugno 2023, seguito dall’enorme diffusione di stand dedicati alle stampe AI nelle fiere, con il primato di vendite avvenute durante il RiminiComix dell’estate scorsa. Come se non bastasse, la fiera conosciuta come “leader del settore” in Italia, il Lucca Comics & Games, fece un errore simile in occasione dell’annuncio dell’Artist Alley presente durante l’evento: utilizzarono un immagine generata artificialmente all’interno della grafica del post. Lo modificarono poco dopo, scusandosi per l’errore e spiegando che era stata una svista temporanea.

L’intelligenza artificiale, in quanto strumento nelle mani dell’uomo, non è intrinsecamente “malvagia”, anzi, è proprio grazie a questa tecnologia che la scienza e la medicina sono in grado di svilupparsi sempre di più, e sempre più velocemente. Il problema, com’è ormai appurato, sta sempre nell’uso che se ne fa: sostituire artisti veri e propri, in grado di dare vita alle opere che creano, con mediocri risultati generati da un software, sicuramente non è l’uso ideale di tale risorsa.

 

Yako.

A proposito dell'Autore o Autrice

Yako

Yako

Articolista, (Lui/Loro)

Content Creator in ambito cosplay, gaming e animazione. Con un diploma in lingue straniere e una grande passione per la cultura orientale, scrive di diritto d’autore per proteggere i lavori di artisti e giovani menti. Cosplayer dal 2015, Yako è un sostenitore dell’identità di genere e dello sviluppo della propria creatività tramite attitudini personali: che siano giochi di ruolo, cosplay o scrittura.