Da poco più di un decennio, l'ambiente fieristico italiano si è avvicinato al tanto amato settore fumettistico e ludico, dando vita ad infiniti eventi tematici, dedicati al cosplay, ai videogiochi e a qualsiasi prodotto audiovisivo abbastanza famoso da possedere considerevole seguito. Organizzare eventi su larga scala è indubbiamente un'impresa alquanto ardua, ragion per cui esistono professionisti il cui intero ruolo gira attorno alla gestione di questo genere di progetti. Tuttavia, gestire la disposizione di uno spazio limitato per la fruizione di commercianti specializzati in settori differenti, e un pubblico che, a sua volta, è mosso da interessi differenti, sembra rivelarsi sempre più complesso. Il mondo fieristico è in continua evoluzione, il che significa che ciò che attrae visitatori un anno potrebbe non corrispondere con le possibilità o i desideri degli organizzatori nell'anno successivo.
Nonostante alcune questioni siano considerabili al di fuori delle possibilità degli organizzatori, purtroppo, c'è da specificare che le scelte effettuate sono strettamente dettate dagli interessi economici e, se qualcuno viene lasciato da parte, la causa è spesso riscontrabile in desideri monetari, piuttosto che etici. In quanto attività lavorativa, coloro che si occupano della gestione fieristica sono incentivati ad organizzare l'evento secondo i canoni più propensi a portare ad un guadagno sicuro e stabile, il che si traduce spesso in decisioni non condivise da parte dei partecipanti stessi, commercianti o visitatori che siano. Quando si tratta di eventi di questa portata è, sfortunatamente, impossibile rendere felici tutti, tantomeno in presenza di compensi o quote monetarie versate, come tasse di partecipazione o biglietti.
Il discorso attuale vale per tutti gli eventi presenti sul suolo italiano, ma non pretende essere una descrizione esaustiva di ogni, singola fiera, in quanto si tratta principalmente di una generalizzazione volta ad illustrare un problema che si sta verificando, sfortunatamente, sempre più frequentemente. Come menzionato sopra, la continua evoluzione di questo settore porta a cambiamenti sostanziali man mano che si sviluppa; l'ambiente fieristico è quindi soggetto a frequenti modifiche, tra cui l'introduzione di nuove sezioni, con il conseguente ridimensionamento di altre. Nonostante questo genere di eventi siano un luogo di ritrovo per appassionati di diversi settori, è corretto riconoscere che non tutte le zone portino la stessa affluenza che, in fin dei conti, è ciò che importa maggiormente all'organizzazione. Di conseguenza, avere un occhio di riguardo per quali settori attirano visitatori più di altri potrebbe essere la strategia vincente per comprendere come meglio disporre l'edizione successiva dell'evento, no?
Purtroppo, nonostante il pensiero risulti abbastanza logico, l'attuazione di quest'ultimo sembra sempre più complessa. L'esempio lampante, nonché titolo dell'articolo qui presente, è individuabile nel trattamento riservato alla zona "artist alley" presente nella stragrande maggioranza delle fiere del fumetto attuali. Letteralmente "via degli artisti", questa zona ospita stand appartenenti ad artisti di qualsiasi genere, presenti all'evento per promuovere il proprio lavoro, compravendita e, in alcuni casi, per commissioni sul momento. Viene spesso assimilata alla "self area", una zona dedicata ad artisti e artigiani indipendenti, autoproduzioni di fumetti, romanzi e altri progetti creativi. Negli ultimi anni, queste zone hanno ottenuto sempre più successo, stabilendosi come aree fondamentali per la maggior parte dei visitatori; la loro natura artistica, infatti, promuove indirettamente lo scambio sociale, avvicinando artisti e clienti da un punto di vista più profondo, alimentato dalla passione condivisa.
L'influenza dell'artist alley è indubbiamente considerevole, in quanto diversi visitatori (compresi i cosplayer!) riportano spesso di recarsi ad un evento esclusivamente mossi dall'intenzione di curiosare nella zona dedicata agli artisti, scambiare due parole e godersi la fiera da un punto di vista più tranquillo. La natura artistica dell'area, infatti, attira giustamente coloro che, per un motivo o per l'altro, preferiscono evitare le folle e il volume elevato caratteristici di altre zone delle fiere del fumetto, come, per esempio, i padiglioni dedicati al palco. Quindi, per quale motivo l'organizzazione di un evento potrebbe ritenere adeguato spostare l'ubicazione dell'artist alley precisamente nel padiglione del palco? La risposta ce la fornisce, indirettamente, un recente scambio avvenuto tra l'organizzazione del Festival Del Fumetto di Novegro e diversi artisti del panorama italiano, partecipanti alla futura edizione dell'evento in questione.
In fase di organizzazione dell'evento, gli organizzatori hanno comunicato ai diretti interessati che l'artist alley sarebbe stata spostata da uno dei padiglioni a penisola, all'ingresso del padiglione dedicato al cosplay, contenente il palco e diversi stand ospitanti cosmakers, figuranti e fotografi - una zona, in sostanza, caratterizzata da un'ingente affluenza, si, bensì anche da un volume elevatissimo e poca area di manovra. Quando interrogati sulla ragione dietro alla modifica, i gestori hanno spiegato che il padiglione dell'edizione precedente non sarebbe stato disponibile a causa del ridimensionamento della zona dedicata ai giochi da tavolo. Di fronte a questo cambiamento, diversi artisti si sono giustamente preoccupati, rivolgendosi alla propria community per raccogliere opinioni e pensieri di altri frequentatori dell'ambiente. Le risposte ottenute hanno sottolineato l'idea generale più diffusa: spostare l'artist alley in una zona simile non solo ridurrebbe drasticamente le vendite e le occasioni di scambi sociali, considerato il rumore e l'elevato numero di passanti, ma porrebbe anche un notevole rischio a livello di sicurezza, in quanto non sarebbe possibile muoversi liberamente per raggiungere le uscite. Tenendosi a Gennaio, inoltre, la zona sarà ancora più frequentata del solito, a causa delle temperature esterne, rendendo l'interno invivibile.
A seguito della raccolta effettuata, gli artisti hanno quindi deciso di rivolgersi direttamente all'organizzazione, illustrando le problematiche riscontrate nella speranza di cambiare la disposizione precedentemente condivisa. Fortunatamente, la richiesta è stata raccolta e l'ubicazione dell'artist alley è stata spostata in un'altra zona, lontana da qualsiasi potenziale deterrente per i frequentatori intenzionati a visitarla. Come gli artisti ben sanno, di vittorie nel mondo fieristico italiano ce ne sono state ben poche finora, tuttavia, questo potrebbe essere il primo passo verso un cambiamento vero e proprio, verso il riconoscimento dell'artist alley per l'importanza e il valore che ha. Complimenti ragazz*!
Vi ringraziamo per l'attenzione e speriamo che l'articolo di oggi abbia potuto gettare maggiore chiarezza sulla situazione. Il team di Rights Chain rimane sempre a disposizione.
Yako.