Quando partecipare ad un concorso diventa violazione del copyright: intervista a Giorgia Lanza

Rights Chain oggi intervista Giorgia Lanza, illustratrice freelance e insegnante di Concept Art e Digital Illustrator presso "Event Horizon - School of Digital Arts". Poco tempo fa ha avuto esperienza di una rimozione di contenuti utilizzati senza il suo consenso. In questa intervista ci spiega un po' l'accaduto e come si è comportata per chiudere al meglio questa situazione.

1 - Puoi raccontarci per favore quali sono stati gli eventi?

"Ma certo. Un bel pomeriggio ho scoperto che la Huion (noto produttore di tavolette grafiche che vende in tutto il mondo) aveva adoperato dei miei disegni per la promozione di un loro nuovo prodotto senza la mia autorizzazione."

2 - Come ne hai scoperto l'utilizzo improprio? E quali contromisure hai preso?

"Ho scoperto il misfatto grazie a un collega, che mi ha segnalato un articolo su Amazon. Siccome l’utilizzo che era stato fatto delle mie immagini non era in alcun modo giustificato - non avendo io dato alcun permesso a riguardo - ho contattato Amazon, il venditore e la stessa Huion. Ai tempi, non avevo ancora la certezza che si trattasse di un rivenditore ufficiale, quindi mi sono fatta avanti, ma lasciando loro il beneficio del dubbio. In seguito ho avuto la conferma che si trattasse del distributore ufficiale Huion, pertanto doveva essere l’azienda stessa a gestire la situazione.
La risposta di Huion non è arrivata molto dopo: a loro avviso, a maggio avevo partecipato ad un contest di CGTrader.com il cui regolamento indicava che – prendendovi parte – i partecipanti avrebbero acconsentito all’utilizzo dei propri lavori a scopi commerciali da parte degli sponsor, di cui Huion faceva parte.

Turbata all’idea di aver davvero acconsentito a un regolamento tanto opportunistico (un contest artistico che mira a creare una gallery di promo-art gratuita per i propri sponsor), sono andata a rileggere il regolamento, di cui ormai, a distanza di mesi, non ricordavo più nulla.
Effettivamente la regola da loro citata esisteva, con un “ma” grosso come una casa. Il regolamento specificava che “lo sfruttamento a fini di marketing poteva avvenire da parte degli sponsor DURANTE la competizione”. Da nessuna parte era citata la possibilità di estendere questo privilegio oltre al data di chiusura del contest.

Inoltre, nel regolamento veniva riconosciuto il “diritto d’autore dell’opera, che sarebbe rimasta di proprietà dell’artista durante e dopo la gara”. Il diritto d’autore – soprattutto se me lo riconosci – non puoi permetterti di scavalcarlo in questo modo. “Diritto d’autore” significa che per sfruttare le mie immagini devi comunque contattarmi, scrivermi una mail riguardo le tue intenzioni e chiedermi il permesso, non puoi fare quel che ti pare senza rendere conto a nessuno.

In ultimo, i miei disegni erano stati non solo presi senza consenso, ma ritagliati, scontornati, ridipinti, modificati e manipolati. Insomma, tutta l’identità creativa delle mie immagini era stata artefatta.

La mia risposta a riguardo è stata ferma e perentoria. Tanto mi hanno aiutato le decine di colleghi che hanno voluto sostenermi, ripetendomi che stavo agendo bene."

 

Illustrazione Giorgia Lanza

 

3 - Come si è conclusa la cosa?

"Presentati questi reclami, la Huion ha subito rivisto la sua posizione, dandomi ragione e informandomi che avrebbero provveduto non solo a ritirare le mie immagini, ma ad avvisare tutti gli sponsor di non utilizzare più alcuna immagine acquisita da quel contest, in quanto il suo regolamento era troppo vago e fumoso per sostenere la legittimità delle loro azioni.
Alla mia richiesta di fornirmi una formale dichiarazione che attestasse la cessazione dello sfruttamento a fini commerciali delle mie immagini, non hanno battuto ciglio.
In privato, sto ancora trattando con Huion per capire come uscire, diciamo, “alla pari” da questa faccenda. Certo, loro avranno schivato una pallottola evitando il polverone, ma tutto sommato qualcosa di buono sono riuscita a ricavarlo anch’io. Probabilmente permetterò l’utilizzo delle immagini in seguito alla sottoscrizione di un accordo che preveda un compenso e il diritto da parte mia di definirmi testmonial Huion in curriculum."

4 - Come ti sei sentita e qual è il danno più grave che hai subito secondo te?

"Mi sono sentita abbastanza tradita, sia da Huion che dagli organizzatori del contest. So che il mondo è pieno di sciacalli, ma tutto sommato speravo ci fosse più trasparenza verso gli artisti, almeno da parte di chi dice di sostenerli ed incoraggiarli a creare."

5 - Come si sono comportati quelli della Huion e perché hanno fatto quello che hanno fatto e dato le giustificazioni che hanno dato, secondo te?

"Il customer service della Huion secondo me è stato furbo. Hanno annusato il rischio che esplodesse un pandemonio (potenzialmente virale, nel caso l’avessi tradotto in inglese) e hanno preferito un compromesso.

So benissimo che il loro “non ci eravamo resi conto dell’errore” non stava in piedi. Fino a poche mail prima imbracciavano il regolamento di quel contest come una barriera inattaccabile, pertanto erano ben consapevoli di cosa ci fosse scritto e delle potenziali falle strutturali della sintassi. Probabilmente puntavano sul fatto che un piccolo autore emergente non avesse il coraggio di affrontare una grossa multinazionale, e che anzi si sentisse onorato di vedere una propria opera su un device Huion. Non sono stati fortunati. Ho smesso di mangiare pane e visibilità da un paio di anni ormai."

Detto questo, ho apprezzato la loro disponibilità a mettersi in discussione. Ho letto di aziende che ignorano totalmente qualsiasi reclamo e si barricano dietro il loro esercito di avvocati. La Huion ha dimostrato civiltà.

 

Immagine Giorgia Lanza

 

6 - Come pensi di tutelare le tue opere nel futuro e cosa consiglieresti a qualcuno che si trovi nella tua stessa situazione?

"Sarò onesta. Registrare un marchio (che possa anche solo essere il mio nome) risulterebbe davvero troppo costoso. L’unica cosa che posso fare è assicurarmi di conservare i PSD di lavorazione di tutte le opere che produco, in modo da poter fornire delle prove. Spesso poi posso contare sulla retrodatazione dei miei post sui social.

Quello che sicuramente posso consigliare a tutti è di informarsi sui vostri diritti come creatori di immagini, in modo da potervi difendere adeguatamente in situazioni del genere. Non avessi avuto quelle due nozioni spiccicate a riguardo, non avrei mai avuto il coraggio di affrontarli".

7 - Ti fideresti di Rights Chain per la protezione delle tue opere? Se sì, perché e se no, perché?

"Se siete artisti che hanno decisamente “poca testa” per stare dietro a ogni possibile fregatura del mondo, decisamente sì. Delegare questioni così importanti a qualcuno di più competente può essere molto saggio, se vi rendete conto di non potercela fare da soli. Se invece avete 4 stomaci e non vedete l’ora di spargere un po’ di bile sulla testa di qualche furbacchione, vi auguro buona fortuna. Ci vorranno occhi sempre aperti, sensi all’erta e mutande d’acciaio, ma lo considero un ottimo allenamento per sopravvivere alla vita in generale ahah."

8 - Che cosa potremmo fare di più e meglio per proteggere le opere degli artisti? la tua onesta opinione.

"Non lo so davvero. Internet è troppo vasto e pericoloso per riuscire a garantire seriamente la piena legittimità d’intenti nei confronti delle nostre creazioni. Credo che non ci si possa mai definire al sicuro al 100%.

Il tutto può partire da una corretta informazione, ma a un certo punto credo che il contributo di aziende come la vostra finisca e subentri la responsabilità degli artisti stessi.
Detto questo, vi ringrazio per lo spazio che mi avete dedicato e dell’aiuto che date e darete a chi – come me – non è disposto ad accettare i soprusi dei furboni."

 

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