Intervista a Caterina Rocchi, in arte MochiChuu - cosplayer e influencer: quando la passione diventa un lavoro

  • 2022-02-21
  • Yako
  • Artisti

Nel pomeriggio di sabato ho avuto l’occasione di poter intervistare MochiChuu nel nell'area riservata agli artisti gestita da Rights Chain e ospitata da Ochacaffè, prendendoci il nostro tempo e perdendo un po’ di voce a causa della musica della fiera. Con o senza mal di gola, siamo riusciti ad intrattenere una conversazione molto piacevole, in cui Caterina si è resa disposta a condividere il suo pensiero riguardante alcuni argomenti molto attuali; dopo una breve presentazione personale e dei propri lavori.

YP: Benvenuta! Ti andrebbe di presentarti al nostro pubblico ed illustrarci di cosa ti occupi?

MC: Ciao! Prima di tutto, grazie mille per avermi ospitata allo stand di RightsChain. Mi presento: mi chiamo Caterina, in arte Mochichuu, o Mochi. Sono una cosplayer e un’influencer nell’ambito anime, gaming e ovviamente cosplay. Inoltre, mi interessa moltissimo la cultura orientale! Non mi definisco un’illustratrice, ma il disegno e il Character Design sono altre mie grandissime passioni. Potete trovarmi come @mochichuu sia su Instagram che su TikTok, e come @MochiChuu_ su Twitch!

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YP: Piacere di conoscerti! Raccontaci qualcosa di più su di te: da dove vieni, la tua istruzione. Ritieni che la formazione che hai intrapreso durante l’adolescenza sia stata in grado di aiutarti nel tuo percorso all’interno dell’ambito cosplay?

MC: Io sono originariamente di Cesena, ma grazie al mio lavoro ho la possibilità di spostarmi molto spesso, principalmente nei dintorni di Milano e Roma (dove mi sono trasferita per studiare). Infatti, per quanto riguarda il mio percorso di studi posso dirvi che ho frequentato il liceo artistico con la specializzazione in architettura, e in seguito mi sono iscritta ad un corso di Game Design in un’accademia di Belle Arti.

YP: Restando sull’argomento “istruzione”, hai qualche piano già deciso per il futuro? Magari pertinente al settore del cosplay, o dell’intrattenimento, che ti interessa maggiormente?

MC: Sinceramente, il mio sogno sarebbe quello di diventare Character Designer, motivo per cui mi sono iscritta al corso di Game Design, che purtroppo non è andato a buon fine. Come ho detto prima: il disegno è una mia grandissima passione, tramite la creazione di original characters mi permette di esprimere la mia creatività e dare sfogo alla fantasia. Cosa che, inoltre, adoro inserire anche all’interno dei miei lavori come cosplayer: ad esempio, oggi sto portando Sucrose (Genshin Impact) e ho deciso di inserire delle lentiggini nel suo makeup, anche se lei originariamente non le ha. 

A proposito di piani futuri e makeup, di recente mia madre mi ha consigliato di intraprendere una formazione per Make Up Artist. Calcolando che il trucco è probabilmente il mio ambito preferito del cosplay, direi che ci sto facendo un pensierino. Soprattutto perché il lavoro come cosplayer è qualcosa di estremamente recente, e quindi non abbiamo la certezza di come si evolverà con il passare del tempo.

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YP: Qual’è stata la scintilla che ti ha introdotto a questa passione, come hai cominciato a fare cosplay?

MC: In realtà direi che con il cosplay ho sempre avuto una relazione un po’ strana. Quando ero al liceo i miei genitori volevano che tenessi bene a mente che prima di tutto viene la scuola, e inoltre non avevo molto spazio in casa per potermi dedicare a questa attività.

La questione è cambiata quando mi sono trasferita a Roma: avendo i miei spazi e la libertà di decidere come usarli, nonché i miei soldi, ho potuto intraprendere il cosplay come me lo sentivo io. Si può dire che cominciare a fare cosplay sia stato un po’ un modo di rivendicare i miei spazi.

YP: Qual’è il tuo cosplay preferito, tra i vari che hai avuto occasione di creare e indossare? Ne hai uno che considereresti il tuo “comfort cosplay”?

MC: A livello affettivo, assolutamente Ochako Uraraka da Boku No Hero Academia. Lei mi accompagna fin dall’inizio della mia carriera su Instagram ed è stata il primo personaggio per cui ho deciso di creare l’armatura e il cosplay stesso da zero. Sono tutt’ora soddisfatta del risultato! Infatti, proseguendo in questo mondo mi sono resa conto che il propmaking mi piace veramente tanto: l’anno scorso per il Volta (l’evento fotografico) ho craftato le forbici di Gwen da League of Legends.

Ochako avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, ma il mio comfort cosplay direi che cambia molto spesso. Avendo la possibilità di provare e indossare moltissimi personaggi diversi, ho l’opportunità di vedermi nei panni di qualcuno di nuovo quasi ogni giorno. Al momento è sicuramente Yae Miko (Genshin Impact), mi fa sentire veramente bene e sto addirittura costringendo i miei amici a farmi da Baal (Genshin Impact) per portarle insieme!

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YP: Allontanandoci temporaneamente dal “comfort”, ti andrebbe invece di raccontarci del cosplay con cui hai avuto più difficoltà?

MC: Bakugou Katsuki da Boku No Hero Academia. Purtroppo mi sono resa conto che non riesco proprio a vedermi nei cosplay maschili, e di solito schivo il problema creando delle versioni genderbent dei personaggi che mi interessano, ma Bakugou sembra maledetto. Per quante versioni io faccia, c’è sempre qualche problema che non riesco a risolvere. Per di più, è estremamente frustrante in quanto Bakugou è il mio personaggio preferito!

YP: Il cosplay è sempre stato visto come un’attività estremamente sociale. Questa passione ha potuto aiutarti dal punto di vista di relazioni interpersonali? Hai dovuto affrontare degli ostacoli a riguardo durante il tuo percorso?

MC: In realtà il cosplay mi ha aiutato tantissimo sotto questo punto di vista! Sono sempre stata molto timida, e spesso mi capita di pensare una cosa e di dirne un’altra. A scuola ero la ragazzina che stava in fondo alla classe in silenzio e questa cosa mi è sempre dispiaciuta moltissimo. Cominciare a fare cosplay mi ha sbloccata, diciamo, a tal punto che ora le persone mi reputano addirittura estroversa. Essere all’interno di un ambiente così puramente bello e divertente mi mette a mio agio e riesco ad esprimermi meglio!

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YP: Essendo una persona con una certa presenza online, ti sei mai trovata in vicende dove ti è stata rubata l’identità? Che sia tramite foto repostate senza il tuo permesso, o addirittura account creati a tuo nome?

MC: Effettivamente si. Purtroppo mi è capitato spesso di trovare account creati a mio nome e somiglianza, sia su Instagram che su Twitter. I proprietari di solito li usano per scopi personali, principalmente per roleplay; ma comunque non si dovrebbe fare. Per di più, di solito contatto i diretti interessati per chiedere di chiudere il profilo, e si mostrano particolarmente tenaci nel volerlo tenere aperto, anzi! Spesso non riescono proprio a capire il problema alla base.

Inoltre, mi è capitato più volte che creassero account direttamente spacciandosi per me. Utilizzavano i miei post su Instagram, repostandoli per crearsi un profilo e un seguito.

YP: Ultima domanda, ma non per importanza. Nell’epoca in cui viviamo sorgono innovazioni tecnologiche di giorno in giorno, e l’ultima grande hit sono gli NFT. Qual’è la tua opinione a riguardo?

MC: Ammetto di essere un po’ indietro su questo argomento, non sono estremamente esperta a riguardo ora come ora. Mi hanno proposto tanto di entrare nell’ambito e cominciare a ideare qualcosa, soprattutto per quanto riguarda il disegno, ma ancora devo elaborare bene esattamente cosa potrei fare.

Ringraziamo ancora una volta Caterina per essere stata nostra ospite, e vi ricordiamo che la potete trovare su Instagram e TikTok come @mochichuu. Fate un salto sul suo profilo e lasciate un po’ di amore, in questo periodo ce n’è sempre bisogno.

Da RightsChain è tutto. Buon weekend!

A proposito dell'Autore o Autrice

Yako

Yako

Articolista, (Lui/Loro)

Content Creator in ambito cosplay, gaming e animazione. Con un diploma in lingue straniere e una grande passione per la cultura orientale, scrive di diritto d’autore per proteggere i lavori di artisti e giovani menti. Cosplayer dal 2015, Yako è un sostenitore dell’identità di genere e dello sviluppo della propria creatività tramite attitudini personali: che siano giochi di ruolo, cosplay o scrittura.