Violazione del Copyright

La settimana scorsa abbiamo pubblicato un post nel cui definivamo cosa fosse il Copyright. Questa settimana, per completare l’argomento andiamo ad affrontare, in termini un po’ più ampi, cosa comporta la violazione del Copyright.

Per violazione del Copyright si intende, in generale, l’abuso dei diritti che l’Autore ha riservato delle proprie opere. Tra questi, l’Autore, potrebbe aver deciso di limitare la possibilità di riprodurre la propria Opera, di crearne delle opere derivate o, ancora più comunemente, ha utilizzato l’Opera per fini economici propri.

Comunemente le contestazioni di violazione del Copyright sono gestite in tre modalità:

  • L’Artista entra in contatto direttamente con chi sta violando il Copyright per trovare una soluzione pacifica;
  • Viene formulata una richiesta di “dismissione” dell’Opera in questione; per esempio tutti i Social Network hanno una pagina dedicata allo scopo;
  • Tramite un processo in corte civile (quindi le cosiddette, “vie legali”)

In casi di violazioni particolarmente eclatanti, la contestazione può essere perseguita anche in termini penali, laddove – per esempio – fossero in questione cifre importanti o gravi danni morali all’Artista che ne è stato vittima.

Nell’ambito della violazione di Copyright sono adottati generalmente due concetti: “furto” e “pirateria”.

Il “furto” è generalmente il termine più utilizzato in ambito di violazione del Copyright, in quanto la parte offesa, ovvero l’Artista, si trova derubato del frutto della propria inventiva. Purtroppo, però, gran parte delle legislazioni applicano il concetto di “furto” agli oggetti materiali. La Proprietà Intellettuale, in questo caso, di materiale ha ben poco (a meno che non si parli di una statua o un quadro fisico – nda). Per questa ragione viene utilizzato più spesso il termine “violazione del Copyright” (o, in inglese, “Copyright Infringement”) così da evitare confusione tra le due cose.

Il termine “pirateria”, invece, pur risalendo alle attività di saccheggio e depredazione sui mari, è il termine più ampiamente utilizzato nell’ambito della violazione del Copyright. Viene infatti utilizzato per definire la copia, distribuzione e vendita non autorizzata dei lavori protetti da Copyright. Il termine viene anche menzionato all’interno della Convenzione di Berna del 1886, e precisamente nell’Articolo 12, dove viene definito che le Opere di pirateria (i “bootleg” per esempio) possono essere sequestrate all’interno dei paesi dell’Unione nei quali l’Opera Originale gode della protezione legale del Copyright. Come di fatto accade o, per chi si ricorda, accadeva quando nelle metropolitane si trovavano i venditori di CD copiati.

In ambiti più pratici, la violazione del Copyright nell’ambito del codice civile è una qualsiasi mancanza di rispetto dei diritti esclusivi dell’Autore (o Artista). In un articolo dell’Accordo per gli aspetti legati al commercio della Proprietà Intellettuale (TRIPs, Articolo 50) viene stabilito che a tutte le nazioni che fanno parte dell’Unione sia richiesto di gestire la violazione del Copyright in corte attraverso ingiunzioni (ovvero l’imposizione affinché la parte che viola il Copyright soddisfi le richieste dell’Autore), distruzione del materiale in questione (o eliminazione delle copie sui siti) e risarcimenti.

In alcuni casi, la violazione del Copyright può arrivare a diventare un procedimento penale. Generalmente questo accade, e lo abbiamo visto, nel caso della pirateria di film e musica scaricata gratuitamente (ed illegalmente) da reti peer-to-peer. In questo caso la violazione del Copyright può arrivare persino alla reclusione, oltre che a multe e risarcimenti ingenti (cercheremo qualche esempio da inserire nei prossimi blog – nda).

Considerazioni

La violazione del Copyright, e quindi della Proprietà Intellettuale, è un problema serio che ha aspetti economici enormi. Abbiamo avuto occasione di dire la nostra opinione sul fatto che gli occhi delle legislazioni siano puntati principalmente a violazioni che ruotino attorno a cifre importanti: musica, film, testi e software. Un’industria con cifre da capogiro (tra “million” e “billion” di Dollari, elencare le cifre sarebbe veramente inutile e fuori tema – nda). Le varie legislazioni, in gran parte dei casi, arrancano dietro ad un timido – a volte non troppo interessato – tentativo di adeguarsi alle normative. In altri casi, per esempio quello dei download via “peer-to-peer”, ci sono regolamentazioni più severe.

Qualche esempio?

Negli USA il download di materiale protetto da Copyright (e sempre i soliti sospetti: musica, film, software) è un reato Federale, ovvero viene gestito dal FBI e prevede oltre a sanzioni che partono dai 50 mila dollari alla reclusione. In Germania, invece, le multe sono più “leggere”, attorno ai 5.000 EUR per chi effettua download da reti peer-to-peer di musica o film (ed è applicata concretamente). Le pene sono molto più severe per chi “immette” in rete tali materiali, ovvero coloro che vengono classificati successivamente come “pirati”.

A proposito dell'Autore o Autrice

Sebastian Zdrojewski

Sebastian Zdrojewski

Founder, (He/Him)

Ha lavorato per 25 anni nel settore IT affrontando problemi di sicurezza informatica, privacy e protezione dei dati per le aziende. Nel 2017 fonda Rights Chain, un progetto che mira a fornire risorse e strumenti per il copyright e la protezione della proprietà intellettuale per i creatori di contenuti, gli artisti e le imprese.