Quello che non leggiamo nei termini e condizioni dei siti

Diverse volte abbiamo visto, un po’ su tutti i social network, passare post riguardanti una leggenda metropolitana secondo cui questo o quel social network si appropriasse (illecitamente) dei contenuti o delle foto che i loro iscritti pubblicano on-line sui loro profili.

Questo accade ciclicamente in corrispondenza di momenti come il cambiamento dei termini e delle condizioni dei servizi o dell’informativa sulla Privacy. Diventano così virali dei “flame” di gente che inizia a postare, seguendo un maniacale bisogno di copia/incolla e condivisione compulsiva, frasi in cui si invita tecnicamente tutti a “diffidare” il Social Network dalla pubblicazione o divulgazione dei materiali caricati online sul proprio profilo… quindi a che servirebbe il social network fine a sé stesso?

Al di là dell’onore al merito di chi nella bufala ha citato codici di legge esistenti ed altri abbastanza fantasiosi, abbiamo deciso di farci un “giro” nelle pagine dei termini e condizioni, quelle pagine che non leggiamo mai e che accettiamo a occhi chiusi, alla ricerca di cosa ci sia scritto in materia di Copyright.

Il risultato è: i social network non si appropriano di ciò che pubblicate o diffondete tramite questi siti (chi se lo sarebbe mai aspettato!).

Abbiamo letto i termini e le condizioni di una decina di social network, tra cui Facebook (ovviamente), Twitter, Tumblr, Flickr (che sono descritte nei termini di utilizzo di Yahoo - nda), Instagram, e lo abbiamo fatto da “laici”, ovvero senza chiedere consulto all’avvocato – quelli li hanno già pagati i vari social network per scrivere i termini e le condizioni.

In linea di principio riportano tutti quanti le stesse condizioni d’uso del materiale caricato on-line:

  • Per i contenuti coperti da Proprietà Intellettuale come fotografie o video, consentite esplicitamente i seguenti diritti:
    • Licenza non-esclusiva, trasferibile (a terze parti, ne parliamo tra poco), gratuita, a livello mondiale, di utilizzare qualsiasi contenuto di Proprietà Intellettuale che pubblicate sul social network o comunque attraverso di esso (per esempio collegando pagine esterne).
    • La licenza è trasferibile e concedibile in “sub licenza”, ovverosia è automaticamente concessa anche ad aziende collegate al social network o società che ne utilizzano i contenuti, o li condividono altrove.
  • Quando un contenuto viene eliminato dal social network, questo viene rimosso in modo permanente dal social network, non ne rimangono tracce o non diventano automaticamente di proprietà del social network (anche questa era una leggenda metropolitana che girava qualche tempo fa). Fanno eccezione a questa regola i cosiddetti processi di “backup” i quali potrebbero mantenere copia per un limitato tempo del contenuto eliminato in modo non accessibile al pubblico.
  • Quando pubblicate un contenuto impostando la “privacy” a “Pubblico” (in quei social network che lo prevedono) la licenza d’uso viene automaticamente estesa a tutti i visitatori del vostro profilo o contenuto.

Quindi la morale è: quando pubblicate un contenuto sul social network di preferenza effettuate una (in)consapevole scelta di concedere dei diritti d’uso delle vostre Opere a più o meno persone. Con un click. Da questo consegue che ogni volta che caricate una foto o un’illustrazione su un social network esso è soggetto alla licenza d’uso che gli viene attr… uhm manca un pezzo!

Non tutti i social network consentono di attribuire una licenza d’uso, sia essa Creative Commons o Copyright generico quando si carica un’illustrazione. Tra quelli che lo consentono (Creative Commons) abbiamo Flickr, Deviant Art, Tumblr o 500px (per il mondo della fotografia – tra i vari portali on-line). Aggiungiamo anche che la licenza non può variare da un social network ad un altro, pertanto non è possibile decidere che un’opera sia distribuita con CC su un portale e come Copyright (tutti i diritti riservati) su un altro portale.

Questi social network, tuttavia, hanno un problema formale di non poco conto. La validazione utente avviene per e-mail, e all’interno dei termini e condizioni di questi è presente una serie di termini che possono essere riassunti come segue:

  • In qualità di utente iscritto, dichiari di essere titolare e di disporre di tutti i diritti sulle opere che pubblichi all’interno del social network

Sappiamo bene che non è una regola rispettata. Chiunque, infatti, può prendere un lavoro di chiunque altro da un altro social network e riutilizzarlo pubblicandolo sul proprio profilo. Seppur menzionando l’autore, potrebbe differire la licenza d’uso (perché chi non è un Autore non si interessa particolarmente di certe questioni). Questo fenomeno genera un intreccio nel quale ricercare l’origine dell’Opera Originale è pari al cercare di districare delle cuffie del telefono dopo averle strette ben bene cosicché i nodi siano belli stretti. Alla fine o cedi e le compri nuove, o quando le hai districate hai perso un sacco di tempo per poi scoprire che si sono rotte.

Quando si pubblicano contenuti su Internet, tutti i portali, social network o siti preposti allo scopo della condivisione (anche noi, sebbene lo scopo principale non sia quello di diffondere i contenuti bensì quello di dare un punto di origine della licenza) hanno una o più clausole che chiedono l’esplicita approvazione alla diffusione e riproduzione fondamentalmente illimitata del contenuto.

È necessario tenere in alta considerazione questa particolarità quando si decide di pubblicare un contenuto di cui si vuole avere “Alcuni diritti riservati” (ovvero con una licenza Creative Commons) oppure “tutti i diritti riservati) (Copyright).

Un’ultima cosa da tenere in considerazione è questa. I termini e condizioni di utilizzo dei social network sono soggette a cambiamenti. Questi possono avere motivi diversi, generalmente per questioni di privacy (e sanzioni). Quando viene apportata una modifica, questa è retroattiva, ovvero si applica anche a tutto ciò che è già stato pubblicato, e sostituisce qualsiasi precedente termine d’uso del servizio. Succede così che, come è già accaduto in passato, un grande giocatore come Yahoo! (per sparare a caso) decida di dismettere un servizio, c’è poco che si possa fare.

Ma che succederebbe se fosse proprio il servizio utilizzato come riferimento per il Copyright di un’Opera?

A proposito dell'Autore o Autrice

Sebastian Zdrojewski

Sebastian Zdrojewski

Founder, (He/Him)

Ha lavorato per 25 anni nel settore IT affrontando problemi di sicurezza informatica, privacy e protezione dei dati per le aziende. Nel 2017 fonda Rights Chain, un progetto che mira a fornire risorse e strumenti per il copyright e la protezione della proprietà intellettuale per i creatori di contenuti, gli artisti e le imprese.