NSFW e rimozione forzata: che fine fa il Copyright?

Il diritto d’autore comincia nel momento della prima “pubblicazione” di un’opera artistica o di ingegno. In altri termini, nell’era di Internet e dei social media, nel momento stesso in cui pubblichiamo un’opera online su qualche sito o social network.

Ma che succede se il gestore di un sito, prendiamo ad esempio Tumblr, decide di eliminare il tuo blog perché in presunta violazione dei loro termini del servizio o per un errore di sistema?

È successo pochi giorni prima della pubblicazione di questo blog, a seguito di una vicenda sicuramente più grave di un contenuto #NSFW (Not Suitable For Work o, più semplicemente, contenuti tipicamente di carattere erotico e/o per adulti), ovvero la scoperta di materiale esplicito su minori e la conseguente rimozione dello stesso, azione che non possiamo che appoggiare. Le operazioni di Tumblr, infatti, sono state molto più incisive di quelle previste e molti blog con contenuti NSFW sono stati cancellati di conseguenza.

Cosa c’entra tutto questo con il diritto d’autore?

La data di prima pubblicazione di un’opera è estremamente importante, perché ne determina la data di inizio della protezione. Perdere questo riferimento potrebbe rendere estremamente difficile e complesso gestire potenziali future difficoltà nel segnalare violazioni del diritto d’autore. Spesso questo tipo di problemi si verifica dopo anni e perdere il punto di riferimento a causa di un errore di sistema potrebbe risultare nell’impossibilità di dimostrare la paternità della propria opera.

Tumblr rappresenta solo un esempio: qualche tempo addietro anche Flickr ha rilasciato un comunicato stampa in cui dichiarava che le sottoscrizioni gratuite al servizio sarebbero state limitate a 1.000 immagini, mentre tutti i contenuti in eccedenza sarebbero stati eliminati a partire dal 5 Febbraio 2019.

E i contenuti con licenza Creative Commons?

Flickr raccoglie circa 1/4 del materiale fotografico con licenza Creative Commons, e in un successivo comunicato stampa ha dichiarato che non cancellerà dai propri sistemi i contenuti di organizzazioni No Profit, per le quali ha creato un apposito modulo di richiesta di account “pro” gratuiti. Questa dichiarazione, tuttavia, non tutela i contenuti sotto licenza Creative Commons degli altri utenti, che dovranno acquistare un profilo Professionale o vedere il proprio lavoro venire cancellato per rientrare nei limiti concessi dal gestore.

Per questa ragione Rights Chain ha creato il proprio registro digitale, per permettere agli artisti di avere un punto di riferimento che non dipenda da terze parti (come può essere un social media). Attraverso l’utilizzo della tecnologia Blockchain, inoltre, la registrazione delle Opere è perpetua, non occorre rinnovarla e non è possibile cancellare la prova di creazione dal registro, sia che l’opera sia accessibile in rete o che sia rimossa da terze parti come nel caso di Tumblr e Flickr.

Fonti e riferimenti:

A proposito dell'Autore o Autrice

Sebastian Zdrojewski

Sebastian Zdrojewski

Founder, (He/Him)

Ha lavorato per 25 anni nel settore IT affrontando problemi di sicurezza informatica, privacy e protezione dei dati per le aziende. Nel 2017 fonda Rights Chain, un progetto che mira a fornire risorse e strumenti per il copyright e la protezione della proprietà intellettuale per i creatori di contenuti, gli artisti e le imprese.