No, l'UE non ha abolito il geoblocking

Non credete ai giornali. L'UE non ha deciso di fermare il geoblocking lo scorso novembre, o eliminarlo lo scorso maggio, o abolito la discriminazione geografica a febbraio. Magari fosse così.

TRE PICCOLI PASSI

Purtroppo, messaggi di errore come "Questo contenuto non è disponibile nel tuo Paese", continueranno a tormentarci anche dopo che la legge confermata dal Parlamento Europeo lo scorso febbraio sarà entrata in vigore. Continueranno a negare a un pubblico pan-europeo l'accesso ad opere europee e ciò costerà alla nostra economia milioni in termini di mancate vendite.

La legge dello scorso febbraio è stata solo uno di tre piccoli, timidi passi su un tema su cui ci sarebbe bisogno di fare invece un coraggioso salto in avanti. La Commissione Europea ha presentato tre impegni legislativi ben distinti che toccano il geoblocking, che i media spesso confondono:

1. LA REGOLAMENTAZIONE SULLA PORTABILITÀ

Questa regolamentazione, che entrerà in vigore il prossimo aprile, stabilisce il diritto di accedere al tuo account Netflix anche in vacanza: una selezione di serie e film da servizi di video on-demand ti seguirà anche all'estero per un breve periodo, cosa che oggi è spesso bloccata da contratti di licenza molto restrittivi e differenti leggi sul copyright.

In ogni caso, questa legge non ti permette di pagare per una sottoscrizione ad un servizio di video on-demand non accessibile nella tua nazione di origine. Netflix rimarrà l'unico servizio di video on-demand offerto in tutti gli Stati membri dell'Unione Europea, mentre dozzine di competitor locali continueranno a lavorare esclusivamente a livello nazionale.

2. REGOLAMENTAZIONE SUL GEOBLOCKING

Nonostante la "confezione" dica geoblocking, questa legge, la cui versione definitiva è stata approvata lo scorso febbraio, tocca solo tre casi molto specifici di discriminazione geografica - e non quelli in cui gli europei incorrono più spesso:

  • servizi puramente digitali come il web hosting devono essere accessibili ai clienti in tutta Europa;
  • i servizi forniti in uno specifico luogo, come ad esempio il noleggio di automobili per un viaggio, devono essere disponibili per tutti allo stesso modo;
  • merci fisiche ti devono essere vendute indipendentemente dal tuo Stato membro di provenienza - a patto che tu sia in grado di organizzarne la raccolta tu stesso, cosa che nella maggior parte dei casi non è un evento realistico.

Questa regolamentazione esclude completamente tutti i media digitali. Non ti assicura che i venditori spediscano le merci nella tua nazione e non imposta nemmeno un accordo preciso sui prezzi.

Ho cercato di spingere perché questa legge venisse estesa anche ai media. Il Parlamento Europeo ha votato per includere videogiochi, ebook e musica (ma non video), ma alla fine i governi degli Stati membri hanno apertamente rifiutato il ban, anche parziale, del geoblocking sui media digitali, quando il trader possedeva tutte le licenze copyright necessarie da vendere in tutta Europa.

L'unica buona notizia è che la Commissione si è dovuta impegnare a rivedere la regolamentazione entro la fine del 2020, quando la questione del copyright emergerà nuovamente. In ogni caso, per allora, sarà stato eletto un nuovo Parlamento Europeo e ci sarà una nuova Commissione Europea.

3. REGOLAMENTAZIONE SULLE TRASMISSIONI ONLINE

Il geoblocking è anche molto diffuso nello streaming delle stazioni radio e dei canali TV. Per esempio, i membri della minoranza danese nel nord della Germania hanno un accesso molto limitato a contenuti televisivi e radio nella loro lingua dai siti delle emittenti danesi - e viceversa.

Sfrotunatamente, la Commissione Giuridica del Parlamento Europeo si è piegata sotto le forti pressioni lobbistiche da parte dell'industria cinematografica e ha votato negativamente su tutti i potenziali significativi miglioramenti della legge, restando indietro anche rispetto alle ambizioni della Commissione Europea. La Commissione Giuridica vuole facilitare l'accesso soltanto a contenuti di news e anche in quel contesto le regole rimangono vaghe.

Con un voto molto risicato, il Parlamento ha approvato la posizione restrittiva della Commissione e stanno per iniziare i negoziati con i governi nazionali. In un drammatico ribaltamento di ruoli, ora è il Consiglio degli Stati membri a cercare di convincere il Parlamento Europe, solitamente più a favore dei consumatori, a permettere un maggior accesso a programmi TV e radio oltre i confini nazionali.

Questi negoziati sono l'ultima opportunità di arrivare quantomeno vicini all'eliminazione delle frontiere digitali tra gli Stati membri dell'Unione Europea. Se falliscono, non ci sarà un'altra occasione per abolire il geoblocking fino a dopo le prossime elezioni europee, che si terranno nel maggio 2019.

Articolo tradotto dall'originale pubblicato in inglese dall'Europarlamentare Julia Reda: https://juliareda.eu/2018/02/eu-did-not-end-geoblocking/

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