Il Copyright

Cos’è il Copyright (o diritto d’autore)? È il termine legale per definire i diritti di cui un Autore (o Artista secondo la nostra filosofia) ha diritto sulle proprie opere artistiche o letterarie.

Un elenco esaustivo dei lavori coperti da Copyright non esiste nella legislazione, tuttavia in termini ampi quello i lavori comunemente coperti da diritto d’autore, nel mondo, includono:

  • opere letterarie come romanzi, poemi, opere, opere di riferimento, articoli di giornale
  • programmi per computer, banche dati (database)
  • film, composizioni musicali e coreografie
  • lavori artistici come dipinti, disegni, fotografie e sculture
  • architettura
  • pubblicità, mappe, disegni tecnici

La protezione offerta dal diritto d’autore si estende esclusivamente all’espressione, non alle idee, ai metodi esecutivi o concetti matematici. Facendo un esempio, un disegno può essere coperto da copyright perché esprime l’idea che l’artista ha di una propria idea, ma non può essere coperto da copyright il metodo con il quale l’ha realizzata (per esempio il modo in cui impugna la penna o in cui usa i colori).

Il copyright, altrettanto, potrebbe non essere applicabile per una serie di oggetti come titoli, slogan o loghi. Questo è determinato dalla quantità di “contenuto artistico” che viene infuso all’interno dell’oggetto. Anche qui, facendo un esempio, uno slogan è difficilmente tutelabile dal copyright poiché il contenuto artistico in poche parole potrebbe non essere tale da renderlo applicabile (a meno che lo slogan non sia lungo quanto una light novel), mentre un logo con un’illustrazione potrebbe essere invece coperto dal diritto d’autore per via della quantità di contenuto artistico al suo interno.

Questo tipo di oggetti tipicamente sono tutelati a livello commerciale da altre forme di protezione come il “Trade Mark” (tipicamente statunitense, che riporta il simbolo TM in alto accanto al nome per indicare che quel particolare oggetto, per esempio uno slogan, è un marchio registrato dell’azienda proprietaria), o mediante “Brevetti”.

I diritti dell’Artista sulle sue opere sono di due tipi: economici, ovvero quelli che conferiscono all’autore il diritto di trarre guadagno economico dall’utilizzo delle proprie Opere da parte degli altri, e morali, che proteggono gli interessi non economici dell’autore stesso.

All’interno dei diritti economici, la maggior parte delle leggi sul copyright affermano che l’Autore ha il diritto di autorizzare o prevenire determinati utilizzi delle proprie Opere in determinate circostanze o di ricevere un compenso per il loro utilizzo.

Tra i diritti economici l’Autore di un’Opera può proibire o autorizzare:

  • la riproduzione in varie forme, per esempio su pubblicazioni stampate o registrazioni
  • la riproduzione in pubblico (per esempio concerti od opere teatrali)
  • la registrazione, per esempio, su CD o DVD
  • la riproduzione via radio, televisione, satellite
  • la traduzione in altre lingue (naturalmente per Opere letterarie)
  • adattamenti sotto forma di romanzi o film

Nell’ambito dei diritti morali sono largamente riconosciuti il diritto di reclamare la paternità di un’Opera e il diritto all’opposizione dei cambiamenti all’Opera stessa qualora essa potesse compromettere la reputazione dell’Autore.

Come si può registrare il copyright? Nella maggioranza delle nazioni, in accordo con la Convenzione di Berna, la protezione da copyright viene ottenuta automaticamente senza necessità di registrazione o altre formalità (sebbene per la dimostrazione di fatto ci siano una serie di requisiti).

Nonostante non vi siano requisiti per la registrazione del copyright, la maggior parte delle nazioni che fanno parte della Convenzione hanno realizzato sistemi che consentono una cosiddetta “volontaria registrazione delle Opere” da parte dei rispettivi Autori. Tali registrazioni volontarie, sono volte ad aiutare la risoluzione di dispute relative alla proprietà o creazione, così come la facilitazione della gestione dei diritti economici, ovvero la distribuzione “equa” dei ricavi che un’opera genera all’Autore della stessa. Quest’ultimo è quello che comunemente attribuiamo alla definizione di “diritto d’autore”, ovvero un compenso economico per “ogni copia dell’Opera”.

Il concetto di copyright come lo conosciamo oggi risale al 1869, anno nel quale è stato creato un trattato chiamato Convenzione di Berna. Comunemente l’idea originale alla base di questo trattato si fa risalire a Victor Hugo, secondo il quale ciascuna nazione civilizzata avrebbe dovuto tutelare i propri autori in modo uniforme (fonte: wikipedia). Prima di tale trattato, infatti, ogni Autore che producesse un’Opera artistica era tenuto a registrarla in ogni nazione in cui volesse pubblicarla o esporla (e con i mezzi dell’epoca, probabilmente sarebbe passato alla storia prima di riuscire a farlo).

La Convenzione, all’origine, stabiliva che l’Autore dovesse solo adempiere alle formalità nel paese di origine dell’Opera perché avesse valore automaticamente anche in tutti gli altri paesi dell’Unione. Questo adempimento è stato quindi sostituito dal principio di “esenzione da formalità” nel 1908, nella revisione di Berlino della Convenzione. Oggi questo principio continua ad essere effettivo ed è definito nell’Articolo 5(2) del Patto di Parigi del 1971, il quale definisce che la validità e l’esercizio del Copyright non deve essere soggetto ad alcuna formalità.

Con l’avvento delle tecnologie digitali di comunicazione lo scenario del copyright è cambiato radicalmente. L’applicazione del diritto d’Autore è diventata drammaticamente difficile, a causa del proliferare incontrollato delle riproduzioni. Sono tutt’oggi in atto tutta una serie di iniziative alla ricerca di una soluzione efficace al problema (a mio avviso impossibile da applicare a livello mondiale – nda).

È così che nel 1996 viene adottata la Tregua del Copyright del WIPO (il World Intellectual Property Organization) per gestire le problematiche emerse con l’evoluzione delle tecnologie per l’informazione ed Internet, quest’ultima - così per cenno storico - è divenuta come la conosciamo oggi nel 1994 con l'avvento di quello che poi è divenuto il "World Wide Web", ma le sue origini risalgono al 1969 come progetto dell’ente americano DARPA... ma questa è un'altra storia (nda).

Attualmente la regolamentazione della Convenzione di Berna e tutto ciò che è materia di copyright (nonché proprietà intellettuale) è gestito appunto dal WIPO.

Nel corso della storia del copyright, è curioso notare eventi di rilievo come il fatto che il Regno Unito, pur avendo approvato la Convenzione nel 1887, l’ha messa in atto “solo” un secolo dopo, con il passaggio del “Copyright, Design and Patents Act” del 1988.

O come il fatto che gli Stati Uniti d’America abbiano aderito alla Convenzione solo nel novembre del 1988 e l’abbiano resa effettiva nel marzo 1989: inizialmente, infatti, hanno rifiutato di diventare parte della Convenzione per via della necessità di cambiare radicalmente la propria legge sul Copyright, in particolare per quanto riguarda i “diritti morali” (sto approfondendo questo tema – nda) nonché la rimozione del requisito di registrazione del Copyright e l’eliminazione della notifica obbligatoria.

Nel 2001 nasce il Creative Commons, un’organizzazione fondata, tra gli altri, dal Centro per gli Studi del Dominio Pubblico (Center for the Study of the Public Domain); nell’anno successivo (2002) rilascia le prime linee licenze di Copyright gratuite al pubblico. Le licenze sono ispirate in origine a quelle già presenti nel movimento Open Source create dal Free Software Foundation e della licenza GNU General Public License (GPL) già applicata al sistema operativo Linux.

Le licenze così create regolamentano l’utilizzo delle Opere in determinate condizioni o utilizzi, oppure per dedicare le Opere al dominio pubblico. Negli anni successivi il lavoro del Creative Commons è cresciuto a dismisura, portando le proprie licenze in più di 50 giurisdizioni, 91 per l’esattezza alla data di questo post, mentre i membri della Convenzione di Berna sono 174 - fonte).

Considerazioni

Il panorama legato al Copyright è in fermento e focalizza la propria attenzione attorno a tre argomenti che, a nostro avviso, monopolizzano l'attenzione di tutti gli attori coinvolti: testi, musica e film. L'idea di fondare la nostra Iniziativa è nata proprio dal fatto che il campo delle illustrazioni (e già in fase di lavorazione anche quello della fotografia) non goda della sufficiente e meritata attenzione. Nel 2016 sono più di 1.2 miliardi le opere registrate con le licenze Creative Commons. Tra essi Flickr riporta 381 milioni di immagini licenziate CC.

Il grosso problema che deriva dalla maggior parte delle piattaforme "social" che abbiamo avuto occasione di visionare fino ad oggi (e continuiamo a visionare giorno dopo giorno) è che sono tutte iniziative che ruotano attorno a pubblicità e non hanno alcun processo di validazione degli Autori. Non sanno chi siano: a mio personale avviso, non è rilevante chi sia l'autore, purché gli iscritti siano tanti.

A proposito dell'Autore o Autrice

Sebastian Zdrojewski

Sebastian Zdrojewski

Founder, (He/Him)

Ha lavorato per 25 anni nel settore IT affrontando problemi di sicurezza informatica, privacy e protezione dei dati per le aziende. Nel 2017 fonda Rights Chain, un progetto che mira a fornire risorse e strumenti per il copyright e la protezione della proprietà intellettuale per i creatori di contenuti, gli artisti e le imprese.