Una discussione avuta qualche giorno fa con un collega, ma che in verità mi è già capitato di affrontare in diverse occasioni in passato. Riguarda i diritti sui contenuti di un sito Internet, in particolare quelli commissionati alle agenzie web.
Solitamente un lavoro su commissione prevede che i diritti (generalmente tutti) siano automaticamente ceduti al committente, ovvero il cliente finale. Quello che solitamente non accade, è che venga fornito un esaustivo elenco del materiale che possa essere coperto da Copyright: il layout e la grafica del sito, i contenuti fotografici o i contenuti testuali (specie per quanto riguarda i blog o articoli).
Il caso tipico di quello che potrebbe succedere, e che è successo in diverse occasioni è questo. Un’azienda decide di cambiare il proprio Webmaster, passare da un’agenzia ad un’altra. Fin qui tutto liscio. Se non fosse che l’agenzia precedente comunica all’azienda quanto segue:
“Tutto il materiale fotografico e il codice sorgente presente all’interno del sito è di mia proprietà e non vi concedo la licenza d’uso. O rimuovete tutte le foto, oppure vi denuncio per violazione di Copyright”.
Risultato: l’azienda ha dovuto rimuovere tutto il materiale fotografico su richiesta dell’Autore, mentre sono rimasti in pista sito e codice sorgente (a seguito di una brevissima analisi che abbiamo condotto, è emerso che il sorgente era Wordpress e il template era un template su licenza GPL con modifiche minime).
Vediamo però i vari aspetti.
Oggi come oggi, la tendenza è quella di acquistare template già fatti per il proprio sito Internet. A seconda della desiderata di funzionalità e aspetto, ci sono soluzioni pressoché per tutti i gusti. Resta il problema della licenza d’uso: quali sono le restrizioni che l’autore di quella licenza ha applicato al proprio template al momento della vendita? Era prevista la vendita diretta oppure è stata rispettata la vendita conto terzi? È regolarmente usata su un singolo sito o è stata applicata a più siti Internet?
Non avere una risposta a queste domande potrebbe mettere in difficoltà l’azienda che ha acquistato il template, dal momento che sarebbe in piena violazione di una licenza d’uso, al pari di un software. Vale la pena avere il proprio sito Internet oscurato, magari con annesso e-commerce, per una questione di un centinaio di euro?
“Abbiamo messo delle foto trovate su Google”.
Trovare fotografie da inserire all’interno del proprio sito non è un’impresa difficile. Nella gran parte dei casi è sufficiente andare su Google e cercare qualcosa che sia di gradimento, ed è fatta. Oppure, per quelli più esigenti, sfruttare quelle disponibili su servizi di Stock Photography, enormi contenitori di materiale grafico che gli Autori mettono in vendita in cambio di una licenza d’uso (deja-vu?).
Ma anche in questo caso, la licenza d’uso quali restrizioni pone? E – ancora più importante – si ha veramente la licenza d’uso per quell’immagine? E se fosse scaduta? O ceduta impropriamente?
Getty Images è un’agenzia americana con un database di oltre 80 milioni di fotografie in vendita per clienti business e privati. Tra le sue attività: continuare a cercare l’abuso del materiale in vendita e richiedere un risarcimento per l’utilizzo improprio di materiale protetto da Copyright. E non è il solo: sempre più servizi di Stock Photography si stanno appoggiando a servizi simili.
Il materiale grafico del proprio sito Internet rappresenta un “asset digitale” che ha un valore tangibile: documentarne il possesso o diritto di utilizzo dovrebbe essere una prassi comune.
I testi di un sito possono essere altresì soggetti a proprietà intellettuale altrui se non correttamente gestiti. Siti informativi (per esempio come il blog di Rights Chain) che generano o diffondono contenuti dovrebbero assicurarsi di avere i diritti alla riproduzione dei contenuti, onde evitare di incappare in problemi legali di violazione del copyright. Sebbene in questa categoria rientri una cerchia ristretta di siti Internet (es. fanzine, giornali online, blog informativi, ecc.) il problema resta concreto: affidarsi al “copia-incolla” senza aver opportunamente verificato se sia possibile farlo (per esempio, la fonte adotta il framework “Creative Commons” per i propri contenuti) oppure sfruttando i “Ghost Writer” potrebbe essere piuttosto rischioso.
Nell’era di Internet stiamo vivendo un momento particolare per quanto riguarda il Copyright: la conferma più evidente sono gli sforzi che l’UE sta compiendo (o cercando di compiere) per attuare una riforma dell’attuale norma che tutela Autori ed Artisti. E nota bene: tutela già ora. Se non meglio chiarite le condizioni relative al materiale protetto da Copyright, l’Autore o detentore dei diritti ha tutti gli elementi necessari per poter intentare un procedimento legale nei confronti di chi viola il suo Copyright.
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