Intervista a @teddiorsa - come l'Arte influenza la Vita odierna.

Y: Raccontaci un po’ di te e del tuo lavoro, il tuo stile artistico e medium prescelto: qualsiasi cosa riguardante la tua arte che ritieni importante. 

G: Ciao! Mi chiamo Greta, ho 24 anni e sono originaria di Clusone, in provincia di Bergamo. Ho frequentato un Liceo Artistico a Lovere, successivamente mi sono trasferita alla Scuola Superiore d’Arte Applicata all'Industria del Castello Sforzesco, per poi seguire un corso di due anni di Illustrazione, tenutosi all’interno della Civica Scuola Arte e Messaggio di Milano. Ho avuto occasione di lavorare part-time come guardia al Mudec, per poi trasferirmi a Bologna e ampliare i miei orizzonti professionali in cerca di nuove opportunità.

Per quanto riguarda il mio stile artistico attuale posso dire che è caratterizzato da una linea molto spessa, è abbastanza “cartoonesco”; mi piace molto cimentarmi in fanart dei miei anime preferiti! Sono stata profondamente influenzata dai cartoni animati, sia giapponesi che no, come ad esempio Keroro e My Little Pony. Inoltre, i vari ambienti artistici in cui ho avuto modo di studiare hanno certamente contribuito allo stabilimento del mio stile estetico; originariamente era molto più concentrato su schizzi e acquerelli.

 

Y: Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’arte digitale? Come hai cominciato il tuo percorso artistico? Inoltre, com’è il panorama dell’arte nel territorio in cui vivi, o da cui provieni?

G: La mia famiglia vanta altre due menti artistiche oltre alla mia: mia sorella e mia nonna. Quest’ultima avrebbe voluto iscriversi al Liceo Artistico da giovane, ma purtroppo è scoppiata la Seconda Guerra Mondiale e non ha avuto modo di seguire questo sogno, ma ha sempre avuto “la mano” e mi ha supportato e ispirato moltissimo. Mia sorella, a differenza mia, ha seguito un percorso educativo all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Brera, e mi ha preso come soggetto per il suo progetto di tesi, per poi proseguire gli studi seguendo un corso per Hair & Makeup Artist all’Accademia Teatro Alla Scala; ora ha uno shop di resina ecologica su Etsy e lavora come Makeup Artist. 

Per quanto riguarda me, originariamente ero partita con l’arte tradizionale: acquerello, matita e pastelli; successivamente, piano piano, ho avuto modo di comprare una tavoletta grafica per PC, entrando così nel mondo dell’arte digitale. All’inizio mi allenavo moltissimo disegnando fanart di My Little Pony e di Pokèmon. Ora come ora mi sto cimentando anche nell’artigianato: sto imparando la tecnica del needle felting e vorrei aprire uno shop per adesivi, stampe e borse di tela, oltre a creazioni fatte a mano. Idealmente mi piacerebbe effettuare delle collaborazioni con mia sorella. 

Devo dire che Bologna è l’ambiente perfetto quando si parla di panorama artistico: è una città di artisti e mi sta facendo rendere conto di quanto io sia ignorante sulla storia dell’arte, motivo per cui mi sto acculturando andando per musei e recuperando i periodi storici artistici di cui sono meno informata. 

Per quanto riguarda il panorama dell’arte a Clusone, devo dire che non ho avuto una grande esperienza. Da piccola ero molto più interessata alla lettura che al disegno, inoltre ero appassionata di videogiochi e avevo una cerchia sociale ridotta. Ho cominciato a fare i primi sketch alle medie, iscrivendomi però al Liceo Scientifico, sperando che potesse supportare la mia grande passione per gli animali. Mi sono resa conto già durante il primo anno che non era il percorso educativo più adatto a me, motivo per cui ho cambiato ambito e mi sono dedicata all’arte. I miei genitori mi hanno sempre supportata, volevano solo che io fossi felice della mia vita.

 

Y: Raccontaci del tuo corso di studi. Hai studiato qualcosa di specifico riguardante l’arte o il tuo interesse è nato da altro? A che livello ti considereresti ora come ora? 

G: Ora come ora mi considero ad un livello Intermedio, ma credo dipenda molto da che skill viene presa in considerazione. Devo dire che il mio stile si è sviluppato molto e penso di essere sulla strada verso un livello più avanzato, benché mi ritengo sempre pronta ad imparare: so di avere ancora molto da apprendere e molte esperienze da vivere. 

 

Y: L’arte è un ambito impegnativo, seppur estremamente soddisfacente. Che impatto ha avuto sulla tua vita fino ad ora?

G: Parlando sinceramente devo ammettere che spesso penso che sia l’unico ambito fatto per me, sebbene a volte mi senta come se non sapessi fare abbastanza. Detto ciò, l’arte mi ha sempre regalato vari riscontri positivi, anche a livello lavorativo. Mi rende estremamente felice fare qualcosa che mi faccia sentire utile, e vedere il mio autentico lavoro avere successo è qualcosa che mi entusiasma profondamente, è il motivo per cui vivo. Penso che l’arte aiuti ad uscire dal dolore e a rientrare nella voglia di vivere: se l’arte che produco decora qualcosa, come una stampa che decora il muro di una stanza, e di conseguenza rende felice qualcuno, io mi ritengo soddisfatta. Credo che sia la cosa più importante per me: l’espressione artistica è ricca di potere, è in grado di togliere la tristezza ad altri, oltre che a se stessi.

 

Y: La tua arte ti permette di sostenerti economicamente? Nel caso non fosse così, è un obiettivo che hai o meno?

G: Purtroppo, al momento mi sento di dover dire di no. In un lontano futuro mi piacerebbe moltissimo raggiungere quest’obiettivo, penso che sia un grande desiderio per la maggior parte degli artisti. Mi ritengo molto realistica, e so che in Italia è veramente complesso vivere “di arte”; gli artisti sono costretti a fare tutto da soli, dal social media manager, al responsabile di marketing, al manufacturer, e via così. Non è un lavoro come gli altri, per avere risultati consistenti andrebbe svolto a tempo pieno. Ciononostante, mi ritengo profondamente soddisfatta dei fan che ho al momento: vedere che ciò che creo rende gli altri entusiasti e attivi nelle interazioni con me è una grandissima fonte di orgoglio.

 

Y: Che piattaforme utilizzi per promuovere il tuo lavoro? Credi che debbano essere sistemate e migliorate in alcun modo? Pensi che una nuova piattaforma riguardante solo l’arte digitale potrebbe essere utile?

G: Al momento utilizzo solo Instagram; una volta usavo anche Twitter e Tumblr ma con il tempo ho perso l’interesse. Vale lo stesso anche per Behance, a livello professionale è molto valido, sebbene sia principalmente per illustratori digitali, ma al momento è piena zeppa di Arte Generata da IA che gli utenti spacciano per propria. Detto ciò, non penso di essere l’unica che considera Instagram un po’ come un caso perso al momento, deve essere migliorata per seguire le necessità degli utenti: non dovrebbe concentrarsi così intensamente sulla sezione Reel e sulla sezione Shop, bensì dovrebbe dedicare la propria attenzione a come poter agevolare l’esperienza dell'utente. 

Di recente ho cominciato a cimentarmi nell’uso di Tik Tok, è divertente cercare di comprendere i trend e riproporli a modo proprio, soprattutto ora che è stato implementato il formato a immagini che “scrollano”. 

Ritengo che sarebbe carino se ci fosse una piattaforma dedicata all’arte digitale, ma non penso che l’utente medio sia così propenso a consumare contenuti relativi solo a quel singolo ambito; inoltre, ad essere sinceri, ritengo che la volontà di sviluppare un’applicazione del genere dovrebbero averla i grandi business, le piccole realtà non hanno i mezzi per poterlo fare. 

 

Y: Hai mai avuto problemi riguardanti il copyright e la sua gestione? 

G: Come dicevo prima, gli artisti sono costretti a fare sempre tutto da soli, incluso il gestire la tutela del proprio copyright e fare in modo che venga rispettato. In termini legali, sento attualmente la necessità di informarmi e trovare qualche percorso da seguire; ritengo che l’ideale sarebbe seguire un corso sull’argomento, così da avere i mezzi e le conoscenze per poter prestare l’attenzione necessaria alla gestione del copyright delle mie stesse opere.

 

Y: Hai mai avuto esperienze nell’ambito di arte rubata? Come hai affrontato la situazione? Sulla stessa lunghezza d’onda, ti è mai successo che qualcuno ripostasse i tuoi lavori e li spacciasse per suoi? In caso di contatto con questa persona, com’è stato il suo comportamento a riguardo?

G: Si, mi è successo in più di un’occasione. La prima volta è capitata quando un ragazzino ha deciso di pubblicare un mio lavoro e spacciarlo per proprio; abbiamo parlato civilmente e la situazione si è risolta nel momento in cui il ragazzo ha rimosso il post da Instagram. La seconda è stata molto più complessa. Alcuni ragazzi filippini avevano preso una mia fanart del gruppo K-pop Seventeen e la volevano usare come soggetto di merchandise per un concerto a Manila; purtroppo sono riusciti a vendere i prodotti senza la mia autorizzazione. Successivamente hanno rimosso tutto, ma ho dovuto veramente alzare un polverone per riuscire a risolvere la situazione e togliere i post di questi ragazzi. Fortunatamente ho avuto il supporto della community online che stava dalla mia parte; difatti sono stata avvisata da una persona che andava al concerto e che ha visto cosa stavano facendo.

 

Y: Qual’è la tua opinione sugli NFT e sul loro impatto sul mondo dell’arte digitale? Sei favorevole all’uso della tua arte da parte delle Intelligenze Artificiali per arricchire il loro database?

G: Sinceramente? Penso che gli NFT siano un formato, un tipo di prodotto, molto confusionario, descritto con grandi paroloni volti esclusivamente a confondere l’interlocutore. Al momento li vedo semplicemente come l’ennesima metodologia per inquinare ulteriormente il pianeta. Personalmente, preferisco commissionare direttamente gli artisti e supportarli così. 

Per quanto riguarda le Intelligenze Artificiali Generative, sono dei servizi subdoli: basta dargli un prompt e sono in grado di creare un’immagine nel giro di poco tempo, ma non seguono un processo artistico vero e proprio, uniscono lavori di altri artisti, senza dare alcun tipo di credito ai rispettivi proprietari, per poi generare un clone malvagio di opere altrui, senza consenso o autorizzazione. Detto ciò, non mi preoccupano troppo al momento: non sono in grado di produrre opere particolarmente precise ed esteticamente soddisfacenti al tempo stesso, inoltre, certi stili non sono riproducibili. Se mai raggiungessimo un punto in cui le IA saranno in grado di riprodurre qualsiasi stile, posso dire con certezza che i loro lavori risulteranno comunque privi di vita.

 

Y: Cosa cambieresti del panorama artistico attuale se potessi? Cosa ti aspetti dal futuro dell’arte?

G: Le scuole vanno assolutamente aggiornate, c’è una grandissima necessità di nuovi corsi, sia in ambito artistico che in ambito generale: per quanto possa sembrare strano, ritengo che sarebbe molto utile insegnare ai giovani come mettersi in gioco per entrare nel mondo del lavoro e del capitalismo. Il panorama educativo va migliorato, l’ideale sarebbe avere la possibilità di organizzare più eventi per dare occasioni e più outlet di possibilità per connettersi con la community e costruire dei collegamenti. Servirebbero più forum e più informazioni chiare per sapere dove andare e cosa fare, oltre a corsi di comunicazione e insegnamento negli ambiti moderni, come tecnologia, economia e via dicendo.

Ho una visione abbastanza negativa del futuro, sinceramente non mi aspetto nulla ma spero profondamente che la professione dell’artista venga vista come un lavoro vero e proprio prima o poi. L’ideale sarebbe raggiungere un punto tale dove potermi mantenere esclusivamente con quello, ma chiaramente per poterlo fare è prima necessario che la professione venga regolata anche da un punto di vista economico, con compensi accettabili e non “pagamenti in visibilità”. 

Ringraziamo tantissimo Greta per aver acconsentito a svolgere l'intervista, e vi ricordiamo che per qualsiasi informazione o dubbio riguardante la Tutela del Copyright e la Protezione della Creatività siamo a vostra disposizione!

A proposito dell'Autore o Autrice

Yako

Yako

Articolista, (Lui/Loro)

Content Creator in ambito cosplay, gaming e animazione. Con un diploma in lingue straniere e una grande passione per la cultura orientale, scrive di diritto d’autore per proteggere i lavori di artisti e giovani menti. Cosplayer dal 2015, Yako è un sostenitore dell’identità di genere e dello sviluppo della propria creatività tramite attitudini personali: che siano giochi di ruolo, cosplay o scrittura.