Intervista a Sara Antonellini - La Mamma Orsa della propria community

Y: Raccontaci un po’ di te e del tuo lavoro, il tuo stile artistico e medium prescelto: qualsiasi cosa riguardante la tua arte che ritieni importante. 

SA: Ciao! Mi chiamo Sara Antonellini e sono una ragazza di Torino. Ho 31 anni e al momento lavoro come colorista e disegnatrice. Dal 2021 sono una colorista per BOOM! Studios e attualmente lavoro anche per Skybound su "Arcade Kings", e ora come ora sono alle prese con altri potenziali progetti da intraprendere, ma ne parleremo dopo!

Per quanto riguarda il mio stile artistico, devo dire che ha subito vari cambiamenti durante gli anni. Originariamente disegnavo solo a matita, mentre a scuola mi hanno insegnato altre tecniche di colorazione e inchiostrazione. Con il passare del tempo mi sono resa conto di quanto queste pratiche non fossero ideali per me essendo una persona poco paziente e pasticciona, e quando lavoravo con china, acquerelli, e acrilici facevo sempre un disastro. Nonostante ciò, durante i miei percorsi di studi ho sviluppato una grande passione per tutto ciò che riguarda le emozioni e le atmosfere trasmesse tramite le opere d’arte; si può dire che questa realizzazione sia ciò che mi ha spinto a voler diventare anche una colorista.

 

Y: Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’arte digitale? Come hai cominciato il tuo percorso artistico? Hai studiato qualcosa di specifico riguardante l’arte o il tuo interesse è nato da altro?

SA: Penso di aver imparato a disegnare ancora prima di parlare!  Disegno da quando ha memoria, praticamente. Se ora ho a che fare con l’arte digitale, devo in parte ringraziare l’Istituto Grafico che ho frequentato durante l’adolescenza. Ricordo che sia i professori che i miei genitori, durante gli anni delle medie, spingevano particolarmente verso l’idea di iscrivermi ad un Liceo Classico, ma non ho mai cambiato idea sul voler diventare una disegnatrice, anche se al contempo non volevo rischiare di intraprendere un percorso di studi con pochi sbocchi lavorativi, ragion per cui mi sono iscritta ad un istituto grafico e non ad un liceo artistico.

Una volta terminato l’Istituto Grafico ho avuto modo di iscrivermi a “La Scuola Internazionale di Comics”, dove ho studiato Fumetto per 3 anni, per poi concentrarmi sulla Sceneggiatura e sulla Colorazione Digitale. 

Durante il corso ho legato molto con altri studenti del posto e abbiamo deciso di fondare un collettivo di fumetti antologici, chiamato “Potpourri Comics”. Pubblicavamo circa una o due antologie l’anno, ed è stato proprio questo progetto ad avvicinarmi definitivamente al mondo del digitale. Essere nella condizione di dover disegnare e colorare molteplici tavole in pochi mesi mi ha spinta definitivamente a disegnare su supporti digitali, e posso dire che mi abbia anche semplificato la vita.

 

Y: Com’è il panorama dell’arte nel territorio in cui vivi, o da cui provieni? A che livello ti considereresti ora come ora? 

SA: Devo fare una premessa: la mia opinione riguardante il panorama dell’arte in Italia è quasi completamente basata sulle esperienze lavorative che ho avuto modo di vivere fino ad ora. Sebbene la maggior parte degli artisti guardi con amarezza l’ambito professionale (giustamente, se posso aggiungere), devo anche ammettere che amo profondamente l’ambiente fumettistico. 

Detto ciò, è inconfutabile che la concezione italiana della professione dell’artista sia praticamente inesistente; i creativi vengono spesso sminuiti, le paghe sono irrisorie e i tempi richiesti per i progetti commissionati sono solitamente ridicoli. Approfondirò meglio questo punto in seguito, ma posso affermare che l’editoria italiana non abbia ancora compreso come meglio agire per la migliore fuoriuscita possibile delle opere fumettistiche italiane.

Per quanto riguarda il livello a cui mi considero al momento, posso azzardare a definirmi “professionista”, ma semplicemente perché i miei amici sono riusciti a convincermi di ciò! Personalmente mi ritengo ancora emergente, mi sembra di aver appena messo piede nel mondo del lavoro e di star imparando a camminare. 

 

Y: L’arte è un ambito impegnativo, seppur estremamente soddisfacente. Che impatto ha avuto sulla tua vita fino ad ora?

SA: Penso che abbia avuto un enorme impatto sia sulla mia vita, sia sulla persona che sono ora come ora. Essere affine all’arte mi ha permesso di rendermi conto anche degli aspetti apparentemente più insignificanti della vita di tutti i giorni: ad esempio, preferisco i colori vivaci e “veri”, rispetto ai soliti neutri e neri presenti nella maggior parte degli abiti in vendita. Mi rendo conto di come l’arte mi influenzi ogni giorno soprattutto quando frequento amici e conoscenti che non hanno a che fare con l’ambito, o che svolgono professioni completamente differenti, solitamente con orari fissi. Lavorando da casa e di progetto in progetto, diciamo che ho spesso la possibilità di gestire il mio tempo come preferisco, cosa che moltissimi artisti hanno in comune. Sapete che altro hanno in comune? Il fortissimo senso di colpa che invade nel momento in cui ci si ricorda che non si sta svolgendo una “professione normale”, ragion per cui si tende a lavorare il triplo, come se così facendo si potesse superare il senso di colpa. Da persona che ormai è nell’ambito da un po’ di tempo, posso dirvi che lavorare in questo ambiente ha un fortissimo impatto sulla salute mentale, e vi consiglio quindi di prendervi cura di voi stessi prima di tutto.

La vostra sicurezza e la vostra salute devono sempre avere la priorità. Io l'ho imparato a caro prezzo sulla mia pelle e mi auguro che la mia esperienza aiuti perlomeno altri a non ripetere i miei stessi errori. Io sono riuscita ad impormi un ritmo di lavoro sano, che mi permette di avere le giuste pause e dove "chiudo l'ufficio" poco prima di cena, per riaprirlo poi il mattino seguente (weekend escluso!). Mi rivolgo perciò a tutti i freelance che stanno leggendo: non lavorate più di 8 ore al giorno e non più di 6 giorni alla settimana, per favore! DORMITE! MANGIATE! VIVETE!

 

Y: La tua arte ti permette di sostenerti economicamente? Nel caso non fosse così, è un obiettivo che hai o meno?

SA: Ricordate il collettivo di cui parlavo prima? "Potpourri Comics”? Ora continuo la narrazione. Si può dire che questo collettivo sia stato il nostro trampolino di lancio all’interno del mondo del lavoro; collaborando con colleghi, professori e simili ho avuto modo di esplorare l'ambiente. Alcuni di noi hanno poi preso strade diverse, mentre io ho continuato a percorrere il mio sentiero all’interno del campo artistico. Mio marito, che ai tempi era un mio compagno di corso, è diventato sceneggiatore e creatore di videogiochi.

Noi originari di Potpourri Comics abbiamo poi pubblicato un volume dell’antologia chiamato “La Leggenda di Potpourri”, e devo dire che l’ho sempre visto come una sorta di lettera d’amore all’autoproduzione. Il volume vede noi fumettisti come avventurieri, e si presenta come testimonianza degli ostacoli e delle difficoltà che abbiamo affrontato durante il percorso.

Proprio insieme a Potpourri, ho avuto anche occasione di entrare nell’ambiente fieristico, circa 11 anni fa. Fin da subito ho notato che le Self Area erano sempre piene di veri talenti, e mi sono resa conto di come queste aree siano la vera e propria fucina dell’arte italiana. Con il tempo sono cambiate anche le fiere, ora come ora la qualità presente all’interno delle Self Area è praticamente pari se non a volte addirittura migliore rispetto alle case editrici, anche perché molti autori che pubblicano con le case editrici sono stati o sono attualmente nell'autoproduzione, e le tipografie online danno a chiunque la possibilità di creare volumi di pregio, ma purtroppo alle realtà indipendenti manca la potenza di distribuzione.

Tornando alla domanda, posso finalmente dire che si, l’arte mi permette di sostenermi economicamente! È uno sviluppo recente, però. Mio marito ha sempre lavorato anche in altri ambiti, e per un certo periodo è stato lui a permettere ad entrambi di essere indipendenti. In ogni caso, da quando lavoro come colorista per BOOM! Studios ho avuto anche altre opportunità che mi permettono di essere indipendente economicamente, ma prendo spesso lavori esterni per sicurezza. Al momento ho anche alcuni nuovi progetti in pentola, ma per scaramanzia meglio se non dico nulla!

 

Y: Che piattaforme utilizzi per promuovere il tuo lavoro? Credi che debbano essere sistemate e migliorate in alcun modo? Pensi che una nuova piattaforma riguardante solo l’arte digitale potrebbe essere utile?

SA:  Che bella domanda. Al momento uso varie piattaforme contemporaneamente, ognuna ha i suoi pro e i suoi contro. Durante la pandemia, con il supporto di amici e famiglia, mi sono convinta ad aprire Patreon, tramite il quale do la possibiltà di assistere in diretta alla creazione dei miei lavori su Discord, e dove pubblico disegni esclusivi. Per un periodo Patreon è stato l'unico luogo dove poter reperire le commissioni NSFW, ma ho deciso di interromperle proprio quest'anno. Ciononostante, devo dire che mi sta dando moltissime soddisfazioni; avendo avuto occasione di formare una vera e propria community mi sono resa conto ancora una volta di quanto il supporto umano sia fondamentale per il benessere morale. Utilizzo spesso anche Facebook, principalmente per ottenere riscontri con altre persone, sebbene i colori dei disegni vengano sempre completamente modificati dalla piattaforma. Per quanto riguarda Instagram, non nego che sia il social media su cui ottengo più visibilità, ma il formato e la qualità dei post sono veramente orribili. Al contrario, DeviantArt mantiene la qualità dei file caricati, ma è una piattaforma veramente poco intuitiva, e Twitter non è da meno. In sostanza, mi giostro un po’ tutti i social, ma non ho intenzione di ossessionarmi sull’algoritmo per fare in modo di ottenere il picco di visibilità; mi basterebbe che le piattaforme venissero ottimizzate per l’utente.

 

Y: Hai mai avuto problemi riguardanti il copyright e la sua gestione? 

SA: Più o meno. Disegno spesso fanart di personaggi della Disney, motivo per cui ho sempre prestato attenzione al non violare alcun tipo di copyright nei confronti del franchise. Per quanto riguarda violazioni nei miei confronti, ammetto che ci sono stati degli episodi del genere. Anni fa un utente di Deviantart aveva deciso di fare un collage con alcune delle mie opere, postandolo sul suo profilo. Ho chiesto di rimuoverlo e così è stato. Successivamente è successo qualcosa di simile con un sito online di merchandise: vendevano i miei lavori come design disponibili da stampare su magliette, tazze, e simili. Ancora una volta, li ho contattati e hanno rimosso le mie opere. Diciamo che la questione si è sempre risolta nel migliore dei modi.

 

Y: Hai mai avuto esperienze nell’ambito di arte rubata? Come hai affrontato la situazione? Sulla stessa lunghezza d’onda, ti è mai successo che qualcuno ripostasse i tuoi lavori e li spacciasse per suoi? In caso di contatto con questa persona, com’è stato il suo comportamento a riguardo?

SA: Personalmente non ho avuto troppe esperienze nell’ambito, per fortuna! Mi è capitato un paio di volte di vedere disegni copiati per filo e per segno da opere di alcuni miei amici: mi ricordo chiaramente di un post che illustrava il concept di character design che questa persona stava creando per un proprio personaggio, ed era palesemente copiato dalle opere di un artista che conoscevo. 

Generalmente mi sono imbattuta spessissimo in artwork repostati senza crediti e senza alcun modo per risalire all’artista originale, che fossi io o meno. Parlando con chi di dovere ho sempre ricevuto risposte sulla falsa riga del “tanto è solo un disegno, non ha effetti sulla persona”. Nel peggiore dei casi, comunque, non ho ricevuto risposta ma i post in questione sono stati rimossi, quindi almeno la situazione è finita bene.

Il problema è che questo genere di vicende non dovrebbero neanche avvenire.

 

Y: Qual’è la tua opinione sugli NFT e sul loro impatto sul mondo dell’arte digitale? Sei favorevole all’uso della tua arte da parte delle Intelligenze Artificiali per arricchire il loro database?

SA: Devo ammettere che sono molto ignorante in materia, non sono particolarmente esperta di questo genere di tecnologie, quindi non ho opinioni troppo forti a riguardo. Ciò che posso affermare con sicurezza è che non considero gli NFT come un’innovazione particolarmente intelligente, ad essere sinceri li vedo come l’ennesimo escamotage per fare soldi facili ed inquinare il pianeta ulteriormente; è innegabile che più server ci sono, più l’inquinamento ambientale aumenta.

Detto ciò, periodicamente su internet appaiono fenomeni che scoppiano da un giorno all’altro, creano dissapori e screzi, e poi nel giro di qualche tempo spariscono. Gli NFT potrebbero essere l’ennesimo di questi fenomeni. Personalmente non voglio dar loro troppo peso, così come alle Intelligenze Artificiali; prima o poi saranno soggette a sanzioni e verranno regolarizzate, che lo si voglia o meno. Ad essere sinceri, ritengo che le IA siano uno strumento estremamente utile, che potrebbe veramente migliorare i processi creativi e lavorativi dell’uomo; il problema sta nel modo in cui si utilizzano. Se venissero “addestrate” utilizzando banche di dati legali e free of copyright, quindi senza andare a prendere i lavori di poveri artisti ignari, potrebbero anche tornare utili!

In sostanza, ritengo che ci sia tantissimo rumore per nulla. Non sono spaventata all’idea dell’entrata delle Intelligenze Artificiali nel campo artistico: i truffatori sono sempre esistiti ed esisteranno sempre. Il bello dell’arte sta proprio nel fatto che dietro ad ogni opera c’è un’anima umana, una personalità e la mano di un essere vivente - ognuno di noi ha gusti diversi, ci saranno coloro che si accontenteranno delle IA, e ci saranno coloro che supporteranno sempre gli artisti.

 

Y: Cosa cambieresti del panorama artistico attuale se potessi? Cosa ti aspetti dal futuro dell’arte?

SA: Prima di tutto, vorrei che l’editoria fosse più focalizzata e meno dispersiva, vorrei che prestasse vera attenzione agli artisti e alle loro necessità, così da poter agevolarli nel lavoro che svolgono. A proposito, conosco un’associazione italiana che si sta adoperando per diventare una sorta di sindacato per fumettisti in Italia! Si chiama MeFu e si occupa di rendere noti gli stipendi, organizzare convenzioni, e generalmente lottare per il riconoscimento del lavoro del fumettista e di ogni sua ramificazione. A proposito delle IA, MeFu si è recentemente adoperata per proporne la regolarizzazione, spingendo una proposta di legge europea a riguardo. Associatevi, non ve ne pentirete!

Inoltre, alcuni anni fa ho creato un gruppo su Facebook volto ad aiutare tutti gli artisti italiani che hanno a che fare con la gestione della Partita IVA, perché io per prima mi ci raccapezzo a malapena. Molti parametri sono sconosciuti e serve un buon numero di conoscenze per poter comprendere appieno l’argomento, motivo per cui mi sono adoperata per unire più persone possibili con l'intento di aiutarsi l'un l'altro!

Aggiungo anche che mi piacerebbe molto se il manga si affermasse come genere per gli artisti italiani, si deve uscire dalla concezione che un manga sia valido solo se è giapponese. Il genere è valido ovunque. 

Dal futuro mi aspetto e mi auguro che le autoproduzioni vengano riconosciute al livello delle case editrici, e che tutti coloro che lavorano come freelancer riescano a condurre uno stile di vita sano. Prendetevi cura di voi stessi. Da Mamma Orsa è tutto!

 

Ringraziamo tantissimo Sara Antonellini per aver acconsentito a questa intervista e per aver condiviso idee ed opinioni con noi! Speriamo che le sue parole possano motivare tutti voi che leggete ad intraprendere un qualsiasi sentiero nel mondo dell’arte, se è qualcosa che vi interessa!

Per qualsiasi dubbio, domanda o curiosità, il team di Rights Chain è sempre a vostra disposizione!

 

A proposito dell'Autore o Autrice

Yako

Yako

Articolista, (Lui/Loro)

Content Creator in ambito cosplay, gaming e animazione. Con un diploma in lingue straniere e una grande passione per la cultura orientale, scrive di diritto d’autore per proteggere i lavori di artisti e giovani menti. Cosplayer dal 2015, Yako è un sostenitore dell’identità di genere e dello sviluppo della propria creatività tramite attitudini personali: che siano giochi di ruolo, cosplay o scrittura.