Intervista a Mauro Toselli - Sketchnoter, Visual Maker, Visual Thinker

YP: Raccontaci un po’ di te e del tuo lavoro, il tuo stile artistico e medium prescelto: qualsiasi cosa riguardante la tua arte che ritieni importante. 

MT: Mi chiamo Mauro Toselli e il mio lavoro, quello con cui pago le bollette, è nell' IT: sono il Direttore Tecnico di una società IT milanese. Il mio stile artistico è, diciamo "vagante", per la maggior parte faccio sketchnote (appunti a livello visuale volti ad evocare contenuti) e visuals per diverse applicazioni sia a livello personale che professionale. "Faccio cose" anche nel senso che sperimento con diverse tecniche: lavorando principalmente con legno, carta e cartone e pelle. Credo fermamente che l'unico modo possibile per imparare a fare qualcosa sia farlo e basta, a volte riesce bene e a volte no; cerco di utilizzare i fallimenti come occasioni per imparare. Ritengo che l’abbondanza di risorse ammazzi la creatività, il metodo migliore per esercitarla è arrangiarsi con quello che si ha. Sono un grande sostenitore del “Creative Nest”, un contenitore fisico che racchiude gli strumenti e i materiali necessari per l’attività creativa, determina inoltre l’inizio e la fine di quest’ultima. È importante che cresca con te, mostrando i segni di usura e le modifiche che ha subito nel tempo, non va sostituito al primo graffio. In quanto contenitore, introduce il concetto di “portabilità” e la tendenza a costruirsi tutto da zero: un notebook creato da te sarà sempre più adatto rispetto ad uno comprato.

 

YP: Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’arte digitale? Come hai cominciato il tuo percorso artistico? Inoltre, com’è il panorama dell’arte nella nazione in cui vivi, o da cui provieni?

MT: Onestamente... non mi sento un artista, anche se alcune persone mi definiscono così. La mia piccola e timida presenza nel panorama artistico è quasi casuale, nel senso che con il tempo i miei sketchnote e aperte si sono evoluti ed oggi hanno uno stile che è inconfondibile; chi mi conosce sa dire con certezza, e a prima vista, che uno sketchnote è mio.
Il panorama dell'arte in Italia è senza dubbio il più ricco e creativo al mondo, il problema nostro è la comunicazione. Conosco artisti super talentuosi di cui pochi o nessuno conosce l'esistenza solo perchè è, diciamo, laborioso anche "solo farsi vedere" nel rumore di fondo sempre più assordante sia dei social media. Il problema persiste anche nei canali tradizionali ai quali si accede a volte per fortuna, ma quasi sempre per networking: si devono conoscere le persone giuste, sul percorso giusto. Questo è decisamente un lavoro a tempo pieno che pochi si possono permettere.

 

YP: Raccontaci del tuo corso di studi. Hai studiato qualcosa di specifico riguardante l’arte o il tuo interesse è nato da altro? A che livello ti considereresti ora come ora? 

MT: Il mio percorso è più anomalo che atipico: io sono un vecchio perito industriale, metalmeccanico per la precisione, e oggi sono un IT. Ho seguito corsi online sul Design pubblicati da varie università ma non ho mai intrapreso un percorso formativo specifico in campo artistico. Sono sempre stato circondato da persone creative, ma la cultura artistica che possiedo ora come ora è stata costruita da autodidatta: non l’ho mai studiata a scuola, bensì mi sono recato in diversi musei e ho prestato attenzione alle opere, analizzandole. Il mio interesse e il mio spirito creativo sono infatti sempre esistiti, sin da bambino, ma solo negli ultimi anni ho iniziato a "praticare" ed è stato per una necessità espressiva che sentivo alla quale non riuscivo a dare forma.
Circa 10 anni fa, nel 2012 ero alla ricerca di un nuovo metodo per prendere appunti, mi imbattei nello sketchnote e comprai un libro a riguardo. Da lì è iniziato tutto. L'ispirazione e il supporto della community degli sketchnoter, che è molto aperta e si compone di artisti incredibili, ha fatto tutto il resto. Mi ritengo un principiante e vorrei continuare a ritenermi tale. Se dovessi mai considerarmi "arrivato" sarebbe la fine.

 

YP: L’arte è un ambito impegnativo, seppur estremamente soddisfacente. Che impatto ha avuto sulla tua vita fino ad ora?

MT: Enorme. Dal punto di vista espressivo, ma principalmente dal punto di vista della mia "sanità mentale": il processo che va dall'intuizione, all'unire i puntini e poi al dare un corpo fisico alle idee è quello che mi tiene equilibrato. Mi fornisce le energie e la chiarezza mentale per affrontare quella serie di impegni, problemi da risolvere, successi e fallimenti che compongono la vita. Inoltre, ho sempre avuto necessità di esprimere le mie energie fisicamente e visivamente, per un periodo ho trovato una valvola creativa nello sport dell’arrampicata: la vedo come l’espressione estetica del movimento, i diversi metodi per arrampicarsi portano a ricerche di bellezze diverse. Questa visione estetica nella mia vita è scaturita da alcune opinioni di mio padre, specificatamente quando si tratta di colore. Era un fotografo, e sosteneva che il colore fosse una scorciatoia per produrre delle belle fotografie - quest’idea mi è stata trasmessa, influenzando il mio pensiero a riguardo.

 

YP: La tua arte ti permette di sostenerti economicamente? Nel caso non fosse così, è un obiettivo che hai o meno?

MT: No e sì. No, se intendiamo la mia creatività nel mondo artistico; sì, se intendiamo la mia creatività in senso lato. La Creatività è figlia dell'Innovazione e del Problem Solving, senza creatività non avrei la possibilità di fare il mio lavoro, anche se è un lavoro molto tecnico. Penso che sia fondamentale e venga sempre molto apprezzata, indipendentemente dall’ambito. All’interno della mia professione, la creatività è sempre coinvolta, da presentazioni disegnate a documenti di sketch.

L’arte dello sketchnote, al di fuori dell’Italia, è in grado di mantenere gli artisti che la praticano, sebbene non siano comunque moltissimi. Ha avuto modo di svilupparsi e integrarsi come professione, permettendo così di instaurarsi come genere artistico - sebbene il Covid non sia stato d’aiuto per il progresso di questa professione. Io, per esempio, pratico anche graphic recording per ampliare il mio arsenale di competenze in ambito.

 

YP: Che piattaforme utilizzi per promuovere il tuo lavoro? Credi che debbano essere sistemate e migliorate in alcun modo? Pensi che una nuova piattaforma riguardante solo l’arte digitale potrebbe essere utile?

MT: Twitter e Instagram, ma ultimamente ho aggiunto altri canali social - parte del lavoro stesso è rimanere informati e sapere come approcciarsi alle piattaforme. Inoltre, da un anno pubblico una newsletter mensile riguardante la creatività, e mi sta dando grandissime soddisfazioni. La questione riguarda principalmente la community e l’audience, se si riesce a costruire e mantenere un rapporto con coloro che sostengono si ha molta più possibilità di ampliare i propri orizzonti.

Una nuova piattaforma dedicata all'arte digitale potrebbe aiutare sicuramente, in particolare per proteggere gli artisti che, diciamocelo, a volte sono un po’ naive e non si premurano di proteggere il proprio operato. Il problema riguarda sempre la community e l'audience. In uno dei workshop che tengo faccio questa domanda: come artista cosa preferiresti: esporre la tua collezione in una bellissima galleria privata nella tua città o esporre una tua opera all'inizio del corridoio che porta ai bagni del Louvre?

 

YP: Hai mai avuto problemi riguardanti il copyright e la sua gestione? 

MT: Hai voglia! Certamente! Se non stai attento ti ritrovi le tue cose pubblicate e firmate da altri come proprie in un secondo... non parliamo delle idee.Al momento mi trovo meno in difficoltà, in quanto tutte le mie opere sono munite di watermark e protette da licenze di Creative Commons, quindi tutelate da un rigidissimo copyright.

 

YP: Hai mai avuto esperienze nell’ambito di arte rubata? Come hai affrontato la situazione? Sulla stessa lunghezza d’onda, ti è mai successo che qualcuno ripostasse i tuoi lavori e li spacciasse per suoi? In caso di contatto con questa persona, com’è stato il suo comportamento a riguardo?

MT: Certo. Alcuni dei miei sketchnote sono stati utilizzati da altri in presentazioni e pubblicazioni senza attribuzione, e senza nemmeno la cortesia di chiedere. Ne sono sempre venuto a conoscenza in modo fortuito: in alcuni casi ho lasciato correre, in altri ho contattato i diretti interessati. La risposta è sempre stata la stessa "ah, ma visto che l'ho trovata su internet pensavo che si potesse usare”, uno ha addirittura avuto il coraggio di dirmi "se non avessi voluto che te la rubassero non avresti dovuto pubblicarla". Ignoranza e malafede sono i veri problemi.

 

YP: Qual’è la tua opinione sugli NFT e sul loro impatto sul mondo dell’arte digitale? Sei favorevole all’uso della tua arte da parte delle Intelligenze Artificiali per arricchire il loro database?

MT: Categoricamente NO! Vuoi fare sketchnote come lo faccio io? Fallo per 10 anni. Period. NFT? Fai quello che vuoi; se sei un artista speculativo è perfetto, ma personalmente se voglio un'opera di Shepard Fairey la voglio vera, firmata e la voglio appendere fisicamente al muro. L’arte è esistenziale e pervasiva, deve avere una dignità fisica.

L’intelligenza artificiale dovrebbe essere un supporto all’artista, dandogli così il tempo per dedicarsi ad altri aspetti della propria attività - non deve proporsi come un sostituto, bensì come uno strumento a sua disposizione. È fondamentale basarsi sulle proprie capacità, non sulle prestazioni di un sistema informatico.

 

YP: Cosa cambieresti del panorama artistico attuale se potessi? Cosa ti aspetti dal futuro dell’arte?

MT: Accessibilità, rispetto e sostenibilità. Tutti possono esprimersi artisticamente, ma non tutti sono in grado di dare valore aggiunto al mondo e alla vita: coloro che possono dovrebbero essere messi in grado di farlo con continuità, senza aspettare che muoiano (spesso estremamente poveri) o che, come dicevo, le persone "giuste" sui percorsi "giusti" li scoprano. Diventa inequivocabilmente solo una questione di soldi.


Ringraziamo ancora una volta Mauro per aver acconsentito a svolgere l'intervista! Se siete interessati al suo lavoro, potete trovare ulteriori informazioni presso il sito https://www.maurotoselli.com/ .

A proposito dell'Autore o Autrice

Yako

Yako

Articolista, (Lui/Loro)

Content Creator in ambito cosplay, gaming e animazione. Con un diploma in lingue straniere e una grande passione per la cultura orientale, scrive di diritto d’autore per proteggere i lavori di artisti e giovani menti. Cosplayer dal 2015, Yako è un sostenitore dell’identità di genere e dello sviluppo della propria creatività tramite attitudini personali: che siano giochi di ruolo, cosplay o scrittura.