Y: Raccontaci un po’ di te e del tuo lavoro, il tuo stile artistico e medium prescelto, qualsiasi cosa riguardante la tua arte che ritieni importante.
E: Ciao, piacere di conoscervi! Mi chiamo Echo, sono un’artista freelance. La mia arte si concentra principalmente sul Character Design e disegni in stile Chibi. Per quanto riguarda il mio medium prescelto, devo dire che ultimamente mi sto dilettando con il digitale. Generalmente, tuttavia, mi ritengo abbastanza versatile: lavoro sia in tradizionale, che si tratti di inchiostri, pennarelli o acquerelli, che in digitale - come menzionato prima.
Y: Com’è il panorama dell’arte nel territorio in cui vivi, o da cui provieni?
E: Sono originaria della Sardegna e, nonostante mi dolga ammetterlo, purtroppo non ci sono molti eventi che permettano a giovani artisti di far conoscere la propria arte all’interno della regione. Negli ultimi anni ho visto emergere alcune piccole fiere locali e, anche se alcune sono ancora in una fase embrionale, spero che riescano a prendere piede! Trattandosi di un’isola, poi, mi rendo conto di quanto sia difficile avere modo di partecipare a fiere più grandi nel resto d’Italia - io stessa ho avuto molta difficoltà a partecipare a certi eventi a causa dei costi molto elevati per via della necessità di prendere per forza l’aereo e dover alloggiare in albergo. Vista la spesa riconosco che, per molti artisti emergenti, sia alquanto rischioso cercare di partecipare. Personalmente, sono riuscita a partecipare a diverse fiere grazie all’aiuto del collettivo Black List e, in seguito grazie all’aiuto di altri amic*. Avere avuto l’occasione di cominciare l’attività fieristica con persone che conoscevano già il settore è stato di grandissimo aiuto! Inoltre, adesso ho avuto modo di trasferirmi a Firenze per motivi di studio e spero di riuscire ad avere accesso a più eventi rispetto a prima.
Y: Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’arte digitale? Come hai cominciato il tuo percorso artistico? Raccontaci del tuo corso di studi. Hai studiato qualcosa di specifico riguardante l’arte o il tuo interesse è nato da altro?
E: In realtà, ho iniziato a disegnare in digitale abbastanza tardi. Ho cominciato a disegnare in tradizionale quando avevo 12 anni, da lì è nata questa una passione che ho nutrito sempre più durante la mia adolescenza, e a 18 anni mi è stata regalata la mia prima tavoletta grafica. Devo dire che il passaggio al digitale è stato piuttosto traumatico all’inizio, specialmente perché al tempo avevo accesso solo a una tavoletta senza schermo - ma ho avuto modo di abituarmi man mano che la utilizzavo. Purtroppo non ho mai avuto l’occasione di seguire corsi specifici o iscrivermi a scuole specializzate: ho frequentato il Liceo Classico e al momento sto continuando la mia formazione accademica seguendo un corso magistrale in Storia Dell’Arte, quindi mi sono sempre formata come autodidatta. In anni più recenti, tuttavia, ho almeno avuto la possibilità di seguire un piccolo workshop di 5 lezioni sul fumetto digitale organizzato dalla Lucca Manga School.
Y: L’arte è un ambito impegnativo, seppur estremamente soddisfacente. Che impatto ha avuto sulla tua vita fino ad ora?
E: Ho sempre avuto un amore incondizionato per l’arte e il disegno, non credo che riuscirei mai a immaginare la mia vita senza la presenza della creatività. Non so cosa mi riserva il futuro, ma sono sicura che, se anche dovessi scegliere una carriera che non ha niente a che fare con questo settore, continuerei a disegnare almeno per hobby personale.
Y: La tua arte ti permette di sostenerti economicamente?
E: L’idea di riuscire a mantenermi con l’arte è sempre stato un grande sogno per me! Al momento mi ritengo ancora lontana da poterlo considerare il mio lavoro a tempo pieno, principalmente a causa dello studio universitario che, per adesso, occupa la maggior parte del mio tempo. Tuttavia, da quando, due anni fa, ho iniziato a partecipare ad alcune fiere e lavorare su commissione con più frequenza, penso che in futuro potrei cercare di perseguire questo tipo di carriera.
Y: Che piattaforme utilizzi per promuovere il tuo lavoro? Credi che debbano essere sistemate e migliorate in alcun modo? Pensi che una nuova piattaforma riguardante solo l’arte digitale potrebbe essere utile?
E: Per quanto riguarda i social uso principalmente Instagram, e penso che sul suo pessimo funzionamento ultimamente si potrebbero scrivere libri interi. Sia grazie alla mia esperienza personale che attraverso il confronto con amici e colleghi, ho notato come negli ultimi tempi la piattaforma renda sempre più difficile raggiungere non solo un pubblico nuovo, ma anche i propri follower - i post vengono mostrati a molte meno persone rispetto a prima e la possibilità di crescere sembra sempre più determinata dalla sorte. Personalmente, mi piacerebbe poter vedere emergere una piattaforma in grado di rivaleggiare social storici come IG o Twitter. Per esempio, sto vedendo molti artisti migrare in massa su Bsky a causa del crescente malcontento di altre piattaforme.
La mia preoccupazione con un social esclusivamente dedicato all’arte digitale è che magari gli artisti non riuscirebbero a raggiungere un pubblico più casual che si interessa all’arte solo di passaggio. Certo, con una piattaforma di sola arte si va a creare un pubblico molto più presente e consapevole dell’industria del digitale, e crescere e ricevere commissioni da un pubblico che tiene di più al medium sarebbe veramente l’ideale. Spero di poterne vederne una emergere e prendere piede quanto prima, così da fare concorrenza ad altre piattaforme meno qualitativamente adatte.
Y: Hai mai avuto problemi riguardanti il copyright e la sua gestione?
E: A differenza di molti miei colleghi, non posso dire di avere avuto particolari problemi con il copyright: purtroppo, alcuni artisti che conosco hanno tristemente visto la loro arte rubata e messa in vendita online più e più volte. Tuttavia, devo ammettere di aver avuto problemi con dei committenti che non capivano la questione dell’uso commerciale - ovviamente, quando si tratta di lavori su commissione, un lavoro per uso commerciale dovrà essere pagato di più di uno ad esclusivo uso personale. Certi committenti, purtroppo, non sembrano proprio capirlo e pretendono di poter usare disegni pagati una miseria per qualunque cosa. Sfortunatamente, certe esperienze sono più comuni in certe piattaforme, dove committenti che si occupano magari di criptovalute e NFT cercano di commissionare lavori al prezzo più basso possibile. Il consiglio migliore che posso dare è accertarsi sempre della destinazione del proprio lavoro commerciale prima di accettare, o addirittura di rifiutare a mani basse offerte simili per evitare che il proprio artwork venga usato impropriamente a vostra insaputa.
Y: Sei favorevole all’uso della tua arte da parte delle Intelligenze Artificiali per arricchire il loro database?
E: NO. Sulla questione dell’IA potrei andare avanti all’infinito, resterei qui a parlarne per ore. Trovo che il suo utilizzo improprio per emulare l’arte sia una piaga tremenda sul mercato attuale. Fin troppo spesso ho tristemente visto tantissimi negozi, anche in fiera, che vendevano prodotti con disegni generati con l’IA; inoltre, trovo veramente deprimente che i controlli all’interno di questo tipo di eventi ne permettano la vendita. Giusto quest’anno ho partecipato a una campagna di sensibilizzazione anti IA con alcuni artisti sardi e, attraverso la vendita di spille “NO AI”, abbiamo potuto donare l’intero ricavato all’associazione EGAIR per puntare alla sua regolamentazione nel mercato europeo.
Y: Cosa cambieresti del panorama artistico attuale se potessi? Cosa ti aspetti dal futuro dell’arte?
E: La cosa che più mi piacerebbe vedere in futuro è uno spazio maggiore dedicato all’autoproduzione. In aggiunta, se le case editrici italiane dessero più spazio a nuove voci nel panorama illustrativo e fumettistico italiano sarebbe l’ideale.
Y: Che ne pensi della gestione delle artist alley in fiera al giorno d’oggi? Ci sono esperienze che vorresti condividere con noi?
E: Nella mia esperienza ho avuto modo di vedere Artist Alley sia ben organizzate che non. Il vantaggio è decisamente nel prezzo ridotto dello spazio espositivo, quindi nella maggior parte dei casi il basso costo e la possibilità di dividere il banchetto con altri artisti emergenti può essere un’occasione per iniziare ad avvicinarsi all’ambiente fieristico e farsi conoscere. Dal punto di vista organizzativo, però, l’Artist Alley è spesso una zona che viene relegata ad aree poco accessibili delle fiere, un po’ nascoste, e non sempre viene valorizzata come potrebbe. Se dovessi averne la possibilità, sarei curiosa di vedere come viene gestita all'interno di eventi a cui ancora non ho potuto partecipare!
Ringraziamo ancora @echo_octoroll per aver partecipato a quest'intervista insieme e, ovviamente, per il meraviglioso lavoro svolto. Nel caso foste interessati ai suoi lavori, vi invitiamo a dare un'occhiata al suo profilo Instagram e al link che trovate in bio!